Sanofi non svilupperà più il vaccino contro Zika virus, che stava mettendo a punto in collaborazione con l’Esercito americano, né andrà avanti con la richiesta di licenza esclusiva. A seguito del rallentamento della diffusione dell’infezione, la U.S. Army ha infatti deciso di sfilarsi dalla collaborazione e dunque l’azienda francese ha chiuso la partnership. A dichiararlo è stata la stessa Sanofi. L’unità di sviluppo clinico del Department of Health and Human Services del BARDA, che aveva messo sul piatto 43 milioni di dollari di finanziamento iniziale e altri 130 milioni di dollari se il vaccino fosse avanzato nella fase successiva, ha deciso di ridimensionare lo sforzo. BARDA, in realtà, continuerà a finanziare uno studio su Zika ma la partnership con Sanofi si interrompe fino a che, eventualmente, l’epidemia non ritornerà ad avanzare. “Di conseguenza – ha spiegato la società – Sanofi non intende continuare a sviluppare o cercare di avere una licenza per il vaccino candidato contro Zika virus”. Secondo gli osservatori, la collaborazione è stata sottoposta a un accurato esame pubblico e politico dal momento che i critici hanno chiesto garanzie sul prezzo del vaccino, una volta in commercio. Sanofi, da parte sua, ha difeso l’azienda in diverse occasioni dicendo che stava contribuendo alla ricerca anche a sue spese, rischiando denaro, personale e tempo per proseguire un progetto che non sarebbe stato commercialmente conveniente. Si tratta, infatti, di un potenziale vaccino e parlare di garanzie sui prezzi, secondo l’azienda francese, era prematuro. Mentre un funzionario dell’esercito americano ha dichiarato che le licenze esclusive sono spesso l’unico modo per attirare un partner farmaceutico competente in questi progetti di sviluppo. In risposta alla rapida diffusione di Zika virus tra il 2015 e il 2016, diversi team di ricercatori si sono mobilitati per lavorare a un vaccino. Oltre a Sanofi, il Governo americano è anche partner di GlaxoSmithKline e Takeda su due diversi approcci per il vaccino.
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