A un anno dall’insediamento sullo scranno più alto di GSK, il bilancio di Emma Walmsley è positivo. La top manager ha dato corso a un ampio turn over di dirigenti – ne ha sostituiti 50 di fascia alta – nel tentativo di tagliare costi operativi importanti. Nel contempo è andata a caccia di talenti sia nella Silicon Valley, sia tra le fila delle concorrenti. Da Google è arrivato Marc Speichert, che è andato a ricoprire la carica di Chief Digital Officer per la BU Consumer. Da Novartis sono arrivati Tobias Hestler, nuovo CFO della Consumer, e Christine Roth, nuova responsabile del business dell’oncologia. Walmsley, inoltre, ha annunciato 30 programmi di sviluppo di farmaci, ai quali ha deciso di riservare l’80% degli investimenti GSK in ricerca e sviluppo, indicando in questa attività la stella polare della crescita della pharma per gli anni Venti. Ma Walmsley avrà molto lavoro da fare se vuole massimizzare i suoi obiettivi prestazionali. L’azienda dovrà affrontare “continue pressioni” nel business delle malattie respiratorie. Inoltre dovrà competere contro l’acerrima rivale Gilead nel settore HIV. Un bel testa a testa.
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