AbbVie ha annunciato i risultati di uno studio di fase 3 che ha messo a confronto diretto il nuovo antagonista orale del recettore CGRP, atogepant, con il topiramato, farmaco generico di riferimento per la prevenzione dell’emicrania.
Lo studio ha raggiunto l’obiettivo primario: il tasso di interruzione del trattamento per effetti avversi è stato del 12,1 % nel gruppo trattato con atogepant, rispetto al 29,6 % in quello con topiramato dopo 24 settimane. Questo indica una maggiore tollerabilità, cruciale in una terapia cronica in cui la compliance è fondamentale.
Gli endpoint secondari si sono rivelati ugualmente favorevoli: nel gruppo atogepant, il 64,1 % dei pazienti ha ridotto di almeno il 50 % i giorni mensili con emicrania, contro il 39,3 % nel gruppo topiramato. Un vantaggio sia in termini di efficacia sia di qualità della vita.
Il profilo di sicurezza emerso è particolarmente rilevante per le donne in età fertile, visto che il farmaco comparato è associato a potenziali rischi neuroevolutivi nel feto quando assunto in gravidanza. Atogepant, grazie al meccanismo d’azione diverso, non presenta tali limitazioni.
Il farmaco, approvato nel 2021 negli Stati Uniti e in seguito in Europa, ha generato 658 milioni di dollari di vendite all’estero nel 2024. L’azienda mira a rafforzare la propria presenza nel settore neurologico, strategia utile per contrastare il calo di ricavi nel mercato di Humira, ora sotto pressione dai biosimilari.
In Italia, dove il topiramato è ampiamente utilizzato, i dati potrebbero spingere verso una revisione delle linee guida e ampliarne l’uso. La maggiore efficacia e tollerabilità di atogepant lo rendono candidato ideale per scelte terapeutiche più personalizzate. Si attendono ora i passaggi regolatori in Europa e la valutazione da parte di Aifa per l’introduzione nel sistema nazionale del farmaco.