Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) degli Stati Uniti ha annullato il contratto da 590 milioni di dollari siglato con Moderna per finanziare la fase di sviluppo di mRNA-1018, candidato vaccino a mRNA contro l’influenza aviaria messo a punto dalla biotech USA.
Il contratto —che fa parte di un più ampio impegno del governo USA per la preparazione alle pandemie — era stato firmato dall’amministrazione Biden alla fine del mandato, in continuità con il sostegno economico già concesso nel 2024, attraverso una prima tranche di finanziamento da 176 milioni di dollari.
La revoca del contratto arriva in un clima di tensione crescente tra le istituzioni della sanità statunitense e le biotech del Paese nordamericano che lavorano sulla tecnologia mRNA. Tre mesi fa – con l’insediamento di Robert F. Kennedy Jr. alla guida del dipartimento – l’HHS aveva annunciato di voler iniziare una revisione dei contratti strategici siglati con queste aziende. Da sempre critico verso i vaccini anti-COVID, Kennedy Jr ha impresso un forte cambio di rotta nella politica vaccinale federale, riesaminando anche la politica di assegnazione dei fondi pubblici allo sviluppo dei candidati vaccini realizzati con tecnologia mRNA.
Parallelamente alla notizia della rescissione del contratto – resa pubblica mercoledì 28 maggio – Moderna ha diffuso i primi dati dello studio clinico di fase 1/2 su mRNA-1018.
I risultati, seppur preliminari, sembrano promettenti: su 300 adulti arruolati, solo il 2,1% presentava titoli anticorpali protettivi all’inizio dello studio, ma tre settimane dopo la seconda dose il 97,8% dei partecipanti ha superato la soglia di protezione. Il vaccino si è inoltre dimostrato ben tollerato, con reazioni avverse per lo più lievi (gradi 1 o 2) e senza eventi di tossicità legati alla dose.
Nonostante il cambio di rotta dell’HHS, Moderna ha confermato l’intenzione di portare avanti lo sviluppo di mRNA-1018 . L’azienda — che ha recentemente ridotto del 19% il proprio budget in R&S e ha annunciato tagli operativi fino a 1,7 miliardi di dollari — è ora alla ricerca di “alternative coerenti con il proprio impegno strategico per la preparazione alle pandemie”, come si legge in una nota ufficiale.