Novartis, la rivoluzione digitale di Vas Narasimhan

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Trasformare Novartis in un’azienda a forte vocazione digitale ad ampio raggio di azione è uno degli obiettivi del Ceo Vas Narasimhan. Sotto la regia del Chief Digital Officer Bertrand Bodson, arrivato ad agosto 2017.La pharma svizzera ha collaborato con Pear Therapeutics per lanciare nuove applicazioni software finalizzate al trattamento di pazienti con schizofrenia e sclerosi multipla.  E giovedì scorso Novartis ha dichiarato che richiederà l’approvazione della FDA per almeno uno di questi prodotti. Sul piano marketing è attivo un team-up con Qualcomm che mira a utilizzare i dispositivi collegati al colosso wireless e le stazioni di raccolta a domicilio per monitorare i pazienti. Questa collaborazione sta anche  sviluppando anche un inalatore intelligente che farà parte del portafoglio di prodotti contro la BPCO. Il CDF Bertand Bodson lavorereà anche sullo sviluppo del modello di marketing digitale. “Sul fronte della R&S, l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale trasformeranno a lungo termine la ricerca sui farmaci”, sottolinea Vas Narasimhan.

La collaborazione con Pear Therapeutics
Il lavoro con Pear Therapeutics è orientato allo sviluppo e alla progettazione di prodotti digitali che potrebbero essere abbinati ai medicinali di Novartis. Le attuali offerte di Pear adattano trattamenti clinicamente testati, come la terapia comportamentale cognitiva, da utilizzare su smartphone e desktop. Novartis, inoltre, aiuterà Pear a sviluppare Thrive per i pazienti schizofrenici. Questo device ha infatti dimostrato nei primi studi clinici non solo di essere efficace, ma anche di poter coinvolgere i malati nel trattamento. Le due aziende collaboreranno anche alla progettazione di una nuovissima applicazione per affrontare la depressione e altri problemi di salute mentale presentati dai pazienti con sclerosi multipla. Novartis ha fortemente investito in questa area terapeutica; commercializza un farmaco di successo, Gilenya, e prevede di registrarne quest’anno un altro , siponimod. Sta anche lavorando su un anticorpo anti-CD20, ofatumumab, per le forme recidivanti della malattia e mira a ottenere luce verde dalla FDA il prossimo anno.

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