Gilead: con la CAR-T cambierà il modello di business?

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Con l’acquisizione di Kite Pharma, Gilead potrebbe cambiare il proprio modello di business, puntando forte sulla produzione CAR-T dell’azienda biotech. A far propendere per questa tesi alcuni osservatori è Il calo delle vendite dei farmaci contro l’epatite C, responsabile di un’erosione del 14% del fatturato totale 2017 di Gilead per il 2017, che è stato di 26,1 miliardi di dollari. Le vendite di Sovaldi e Harvoni, sono infatti crollate passando dai 19,1 miliardi di dollari del 2015 ai 9,1 miliardi di dollari dell’anno scorso. Da una parte, infatti, il numero complessivo dei pazienti si è ridotto, dall’altra Gilead ha lottato per competere con un medicinale meno caro, Mavyret, prodotto da AbbVie. A febbraio, Gilead ha deluso gli investitori con le sue stime che prevedono quest’anno incassi nel settore dell’epatite C tra i 3,5 e i 4 miliardi di dollari.  Poi ci sono gli ostacoli relativi alla Business Unit HIV. La combo Biktarvy ha ottenuto il via libera dalla FDA ed è stata lanciata a febbraio. Ma si deve scontrare contro la dura concorrenza di Tivicay ed Epivir prodotti da GlaxoSmithKline. Gilead è al momento in vantaggio, grazie a uno studio condotto su 563 pazienti che ha dimostrato che Biktarvy non è inferiore al trattamento con tre farmaci prodotti da GSK.L’acquisizione di Kite ha certamente contribuito a soddisfare l’obiettivo a lungo termine di Gilead di diversificare la produzione oltre al settore relativo all’HIV e all’epatite C. Ma un cambio in corsa del modello di business sembra difficile da realizzare.

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