Allergan-Gilead, prossima mega-fusione?

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Sarebbero le attenzioni verso le aziende che stanno sviluppando farmaci contro la steatoepatite non alcolica (NASH) da parte di Allergan ad aver fatto supporre a Kevin Kedra, analista di Gabelli & Co, che l’azienda irlandese starebbe per mettere le mani su Gilead, la società specializzata in biotecnologie che produce uno dei farmaci più innovativi contro l’epatite C. Gilead, la cui capitalizzazione è scesa a 170 milioni di dollari, 70 milioni in meno rispetto allo scorso anno, è comunque un pesce molto grosso, soprattutto considerando il fatto che Allergan ha fatto registrare un debito di 33,2 miliardi di dollari nel Q2. E anche se fino a poco tempo fa aveva una liquidità di 27,56 miliardi di dollari, questo mese l’azienda di Dublino ha già presentato quattro offerte e starebbe riacquistando le proprie azioni per cinque miliardi di dollari.

È vero che due delle offerte annunciate martedì riguardano proprio società che hanno in fase di sviluppo farmaci contro NASH, ma Kedra non è l’unico a sospettare che si stia preparando una mega-fusione. Lo stesso CEO di Allergan, Brent Saunders, respingendo le voci che volevano l’azienda irlandese interessata all’acquisto di Biogen, avrebbe detto, al tempo, che il fatto che Allergan si stesse concentrandosi su offerte più basse non significava “che era una nuova strategia”. E Allergan non ha propriamente l’immagine di essere un’azienda che guarda alle piccole acquisizioni, considerando che negli ultimi due anni ha firmato un accordo da 66 miliardi di dollari che ha trasformato Actavis in Allergan e, soprattutto, ha visto sfumare il megamerger con Pfizer, un’operazione da 160 miliardi di dollari. Almeno per il momento, comunque, Saunders si sta deidicando allo shopping di piccolo-medio taglio. Oltre agli accordi da 50 milioni con Akarna Therapeutics e da 1,7 milioni di dollari con Tobira, entrambi per farmaci contro NASH, l’azienda irlandese, questo mese, avrebbe anche fatto offerte per una piccola biotech in campo dermatologico, Vitaem, per 639 milioni di dollari, e per un’azienda specializzata in terapia genica, la RetroSense, per 60 milioni di dollari.

 

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