Roche verso ASCO 2018: ottima performance di Alecensa

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Roche si avvicina al meeting annuale dell’ASCO con i dati eccellenti dello studio di fase III ALEX, che mostrano come come alectinib (Alecensa), inibitore ALK di seconda generazione, abbia un’efficacia senza precedenti tra i farmaci della stessa classe, con 34,8 mesi di sopravvivenza libera da progressione (PFS), valore triplicato rispetto alla terapia standard di riferimento. Alectinib, come trattamento di prima linea, riduce significativamente il rischio di progressione della malattia o morte del 57% rispetto a crizotinib dopo due anni di monitoraggio in pazienti affetti da NSCLC metastatico ALK-positivi. La mediana della sopravvivenza libera da progressione nei pazienti trattati con alectinib, è più che triplicata rispetto ai pazienti trattati con crizotinib (34,8 mesi versus 10,9 mesi). Roche punta forte sulle terapie del tumore al polmone e non solo con farmaci a bersaglio molecolare. Per quanto riguarda l’immunoterapia la pharma svizzera ripone parecchie speranze suatezolizumab, oggi indicato per il trattamento di pazienti affetti dal NSCLC localmente avanzato o metastatico e precedentemente sottoposti a chemioterapia, che potrebbe ottenere in futuro anche l’indicazione di trattamento di prima linea in aggiunta alla chemioterapia. In questo senso sono in corso otto studi di Fase III volti a valutarne l’efficacia nel trattamento in monoterapia e in combinazione con altri farmaci. La terapia con atezolizumab ha assicurato una maggiore sopravvivenza rispetto al trattamento con docetaxel, come dimostrato da due studi clinici internazionali: lo studio di fase II POPLAR e lo studio di fase III OAK, in corso di valutazione ai fini della rimborsabilità da parte di AIFA. Quest’ultimo, in particolare, ha provato come l’utilizzo di atezolizumab in pazienti con NSCLC localmente avanzato o metastatico e precedentemente sottoposti a chemioterapia, abbia portato ad una sopravvivenza complessiva di 13.8 mesi (OS), maggiore rispetto al dato di coloro a cui era stato somministrato docetaxel, pari a 9.6 mesi.

Gli studi sulle combo
Verranno inoltre presentati all’ASCO i risultati degli studi IMPower150 e IMPower 131. Il primo è volto a valutare atezolizumab in combinazione con bevacizumab e la chemioterapia con carboplatino e paclitaxel in pazienti con NSCLC non squamoso, non trattati precedentemente. L’analisi ad interim dei dati dello studio IMPower150, dimostra risultati positivi circa i tassi di sopravvivenza complessiva pari a 19.2 mesi rispetto ai 14.7 della terapia standard. Lo studio IMPower 131, invece, ha valutato la somministrazione combinata di atezolizumab con la chemioterapia come trattamento di prima linea per pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato squamoso, fornendo nuovi importanti risultati in termini di PFS. “Questi dati su due nuovi farmaci per il trattamento del carcinoma del polmone rappresentano un nuovo traguardo nella storia di Roche, una storia fatta di coraggio nella ricerca scientifica e nell’innovazione”, dice Anna Maria Porrini, direttore medico di Roche. “Questi risultati rappresentano il frutto del nostro continuo e duraturo impegno volto a migliorare le condizioni delle persone che convivono con questa importante patologia”.

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