GSK, con l’oncologia ritorno al futuro

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Emma Walmsley, CEO di GlaxoSmithKline – prima donna CEO di una big pharma – è al centro dell’attenzione da poco più di un anno.All’inizio, alcuni analisti hanno espresso delle riserve. Con una formazione in materia di assistenza sanitaria al consumatore e non di ricerca e sviluppo biof-armaceutico, qualcuno dubitava che potesse imirimere una nuova direzione di ricerca e rinvigorire la pipeline di GSK. Walmsley, durante la conference call dei dati del Q1, ha detto che un modo per aiutare la ricerca interna sarebbe quello di utilizzare nuovi incentivi in R & S. “Abbiamo riflettuto molto attentamente su cosa incentivare per costruire una pipeline di valore che abbia impatto non solo sui pazienti, ma anche sui rendimenti degli azionisti”. Maggiori informazioni su questo, e in generale su R & S, saranno date nel secondo trimestre, ha riferito Walmsley. GSK ha già un ruolo importante nel settore HIV / malattie infettive e respiratorie ma vuole far crescere le sue unità di oncologia e di immunologia. L’attenzione alle terapie contro il cancro è in qualche modo una svolta per GSK. Infatti, nel 2014, il CEO Witty ha ceduto, per una cifra a sei zeri, la maggior parte delle sue attività di ricerca oncologica in cambio dei vaccini Novartis. Il board di GSK ripone molte speranze nel candidato BCMA. Questo farmaco coniugato sperimentale ha  destato entusiasmo nelle primi trial contro il mieloma multiplo: ha un triplice meccanismo d’azione e sembra impegnare il sistema immunitario in un modo non ancora chiaro, ma che potrebbe portare a “un’efficacia piuttosto profonda”, ha detto Barron, un top manager di grande eseperienza cooptato da Walmsley . Si pensa a un lancio sul mercato nel 2020 e, alla fine di quest’anno, è previsto un test fondamentale del candidato.

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