Roche: al congresso ASH novità su DLBCL ed emofilia A

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Al 62° Meeting annuale dell’American Society of Hematology (ASH), tenutosi in modalità virtuale dal 5 all’8 dicembre 2020, Roche ha presentato i dati di due studi clinici relativi al trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato o refrattario (DLBCL) e dell’emofilia A.

Nell’area dell’onco-ematologia la pharma svizzera ha presentato i risultati a lungo termine dello studio Ib/II GO29365, includendo una coorte addizionale di estensione, che mostrano i benefici di polatuzumab vedotin in combinazione a bendamustina e rituximab nei pazienti affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario (R/R) non candidabili al trapianto.

I dati della coorte di estensione – presentati per la prima volta al congresso ASH 2020 – rafforzano il profilo di rischio-beneficio di polatuzumab vedotin in combinazione a bendamustina e rituximab, sia in termini di tasso di risposta completa (CR) sia di sopravvivenza libera da progressione (PFS).

I risultati ottenuti nella fase randomizzata dello studio, che ha coinvolto 80 pazienti, indicano che le risposte al trattamento sono durature. In particolare, mostrano che con un follow-up di 48,9 mesi i pazienti che hanno completato il trattamento con polatuzumab vedotin in combinazione a BR (bendamustina e rituximab) hanno ottenuto un tasso di risposta completa (CR) del 42,5% (n = 17/40), rispetto al 17,5% (n = 7/40) registrato tra i pazienti trattati con BR. Lo studio non ha riportato tossicità di rilievo.

I dati della coorte randomizzata mostrano anche un beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana che, all’attuale follow-up, è di 9,2 mesi con polatuzumab vedotin in combinazione con BR rispetto ai 3,7 mesi con BR. La sopravvivenza globale (OS) mediana è risultata essere di 12,4 mesi per la combinazione di polatuzumab vedotin e BR, mentre per i pazienti trattati con BR era di 4,7 mesi.

Risultati positivi anche dalla coorte di estensione a singolo braccio composta da ulteriori 106 pazienti, i quali hanno mostrato un tasso di risposta completa del 38,7% (n = 41/106) con polatuzumab vedotin in combinazione con BR, una PFS mediana di 6,6 mesi ed una OS mediana di 12,5 mesi.

Sulla base dello studio GO29365, a gennaio 2020 la Commissione Europea ha approvato in via condizionata l’immissione sul mercato di polatuzumab vedotin in combinazione con bendamustina e rituximab per il trattamento di pazienti adulti con R/R DLBCL, che non sono candidabili al trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Attualmente la terapia è stata approvata in più di 40 Paesi, tra cui USA e Unione Europea, Italia inclusa. Nel 2021 saranno disponibili i risultati dello studio di fase III POLARIX che valuta l’efficacia della terapia con polatuzumab vedotin in combinazione a immunochemioterapia nei pazienti con DLBCL in prima linea.

Emofilia A. Emicizumab negli studi registrativi HAVEN 1-4
Nell’ambito delle malattie rare, Roche ha presentato i risultati di una nuova analisi dei dati aggregati di follow-up a tre anni relativi a 401 soggetti con emofilia A provenienti dagli studi registrativi HAVEN 1-4. Questi studi rafforzano il profilo di efficacia e sicurezza a lungo termine di emicizumab nei pazienti adulti, adolescenti e bambini affetti da emofilia A con e senza inibitori del fattore VIII.

Per tutta la durata degli studi, emicizumab ha mantenuto bassi i tassi di sanguinamento trattati, con tassi annualizzati di sanguinamenti (ABR) basati su modello che sono rimasti bassi, a 1,4 (intervallo di confidenza [IC] al 95%: 1,1-1,7), durante l’intero periodo di valutazione. Inoltre, la percentuale di partecipanti che ha avuto zero sanguinamenti trattati (70,8-83,7%) è aumentata nel corso delle 24 settimane.

La profilassi con emicizumab ha risolto anche il 95,1% delle “articolazioni bersaglio”. I risultati hanno dimostrato che il profilo di sicurezza di emicizumab era in linea con le precedenti osservazioni, senza nuove segnalazioni in merito alla sicurezza dopo il follow-up prolungato.

Anche secondo la prima analisi ad interim del database European Haemophilia Safety Surveillance (EUHASS), anch’essa presentata al congresso virtuale ASH, il profilo di sicurezza di emicizumab nel contesto reale è in linea con quello osservato nelle sperimentazioni cliniche.

I dati degli studi HAVEN hanno permesso l’approvazione di emicizumab per il trattamento di soggetti affetti da emofilia A con inibitori del fattore VIII in oltre 90 paesi in tutto il mondo e di soggetti senza inibitori del fattore VIII in oltre 80 paesi, compresi USA, UE e Giappone. Dalla sua approvazione iniziale oltre tre anni fa, 8.200 persone sono state trattate con emicizumab su scala internazionale e, negli USA, emicizumab è ora il trattamento preventivo (di profilassi) maggiormente prescritto per l’emofilia A.

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