Novartis Italia, una nuova policy per la gestione del tumore al seno in Italia

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Nell’ultimo anno e mezzo, a causa della pandemia da Covid-19, si sono accumulati ritardi nella diagnosi e nelle terapie di molte patologie, tra cui spicca quella del tumore al seno.

Secondo l’indagine realizzata dall’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) – che ha confrontato gli esami effettuati nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 30 settembre del 2020 con i corrispettivi del 2019 – per quanto riguarda lo screening mammografico i pazienti in meno sono stati 947.322 (-34,5%), i test effettuati in meno 610.803 (-43,5%), il ritardo accumulato pari a 3,9 mesi standard mentre la stima delle diagnosi di tumore al seno perse si attesta a 2.793.

Numeri che indicano la necessità di mantenere alta l’attenzione su questa patologia, per superare le resistenze e le criticità ancora presenti nell’approccio e rispondere più efficacemente alle esigenze delle donne che ne sono colpite.

Inoltre, intervenire sui criteri e gli strumenti con cui si affronta il tema del tumore al seno, in tutte le sue implicazioni, è quanto mai opportuno oggi, in una fase nella quale l’Italia è impegnata in un radicale ripensamento del suo sistema salute.

È questo lo spirito con cui Fondazione per la Sussidiarietà e Novartis Italia hanno coinvolto le principali associazioni di pazienti in quest’area terapeutica – A.N.D.O.S. onlus, Europa Donna Italia, IncontraDonna Onlus e Salute Donna Onlus – nella messa a punto di una proposta di policy, da sottoporre ai legislatori, che inquadri il tema del tumore al seno in Italia nella sua dimensione non solo sanitaria ma anche sociale, in virtù del ruolo trasversale che la donna ricopre nella collettività.

Il documento di analisi e di proposta, realizzato con il contributo determinante di queste associazioni, per la prima volta impegnate in un progetto comune, e con la supervisione scientifica di Giuseppe Curigliano dell’Istituto Europeo di Oncologia, mette al centro la paziente in ogni fase del percorso, dalla prevenzione alla diagnosi, dal trattamento alla vita oltre la patologia, in un’ottica di sostenibilità sociale e di inclusione.

Il documento è stato presentato a Roma nel corso dell’evento pubblico “Il tumore al seno in Italia: dalla patologia alla persona. Una sistematizzazione delle proposte di policy”.

Una proposta di policy che tiene conto anche delle linee di indirizzo della cosiddetta “medicina di genere”, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità identifica come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche, socio-culturali e economiche sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.

“Ci incontriamo oggi intorno ad un tema che tocca profondamente la vita delle donne. – dice Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia. “Il tumore al seno ne colpisce ogni giorno un numero elevato. Si tratta, allora, di tenere alta l’attenzione e di promuovere al riguardo una consapevolezza seria e diffusa, e di mettere in atto politiche che permettano sempre più efficacemente l’accesso delle donne alla prevenzione. Rendere concreto questo impegno per le donne di tutte le età e in tutti i territori del nostro Paese è contribuire a inverare non solo il diritto alla salute ma anche quel principio di pari opportunità che ci anima come Paese”.

“La pandemia da Covid-19 ha fatto emergere, con nuova forza, la capacità di reazione e aggregazione delle persone per rispondere collettivamente ai nuovi e vecchi bisogni, in una ritrovata dimensione di comunità”, è il parere di Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà, “in questo si mostra l’importanza della cultura sussidiaria anche nell’alleviare le sofferenza, nel rendere più efficaci la prevenzione e la stessa cura delle malattie”.

Le proposte
Le proposte di sistematizzazione e ottimizzazione degli interventi contenute nel documento sono in linea con quanto indicato nel Piano Europeo di lotta al cancro e si sviluppano attorno alle diverse aree di miglioramento individuate: prevenzione, diagnosi, trattamento e vita con e oltre il cancro al seno

In quella della prevenzione, la criticità maggiore è senza dubbio la disomogeneità territoriale relativa ai programmi di screening mammografico, con forti disparità tra Nord e Sud del paese in merito alla diffusione dei presidi, all’aggiornamento della strumentazione e alla definizione dei criteri anagrafici per accedere allo screening stesso. Intervenire in quest’area è urgente, soprattutto per recuperare il terreno perduto nel corso della pandemia, che ha visto un crollo di queste attività di prevenzione secondaria.

Sensibili le disparità territoriali anche per quanto riguarda la diagnostica, area anch’essa pesantemente condizionata dall’emergenza Covid. Particolarmente critica, in questo ambito, è l’insufficiente accessibilità ai test di analisi dei profili di espressione genica. Sono ancora poche le realtà territoriali che hanno inserito tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) questo tipo di test genomici, dei quali è ormai ampiamente riconosciuta l’utilità per adattare in modo sempre più personalizzato le terapie a ciascuna paziente, consentendo una riduzione dei trattamenti chemioterapici.

“È estremamente importante estendere a tutti, secondo criteri di omogeneità, inclusività e gratuità, l’accesso alle tecnologie di sequenziamento genico che ci aiutano a individuare con precisione le mutazioni genetiche che possono predisporre a un determinato tipo di patologia”, sottolinea il professor Giuseppe Curigliano. “Questa è la premessa indispensabile per definire con maggiore appropriatezza e con tempestività i percorsi terapeutici più indicati per ogni paziente, nei quali possono svolgere un ruolo decisivo i farmaci a bersaglio molecolare di nuova generazione, che hanno le potenzialità di rivoluzionare il percorso di cura.”

Il ruolo del territorio
Altrettanto importante, per migliorare l’approccio alla patologia, è sviluppare al massimo l’integrazione delle professionalità e delle competenze multidisciplinari che definiscono e gestiscono il percorso diagnostico-terapeutico della paziente. Un’integrazione che deve coinvolgere sempre più la medicina territoriale, sfruttando a questo proposito anche le opportunità offerte dalla telemedicina.

Al territorio spetta un ruolo da protagonista nel processo di riorganizzazione delle cure per le donne affette da tumore al seno, al fine di garantire una piena continuità nella capacità di cura familiare e di conciliazione con l’attività lavorativa.

“Con questa iniziativa abbiamo voluto fornire un contributo nella gestione di una patologia in cui Novartis è impegnata in prima linea. Contributo che sentivamo necessario alla luce della riorganizzazione del sistema salute, nella fase che seguirà alla pandemia da Covid-19”, afferma Luigi Boano, General Manager di Novartis Oncology Italia. “Novartis da sempre è impegnata a re-immaginare la medicina facendo leva sull’innovazione, sviluppando nuovi approcci terapeutici, e focalizzandosi su una visione olistica della malattia, per rispondere all’insieme delle esigenze del paziente e del suo caregiver”.

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