Gilead: cresce l’attesa per i dati su filgotinib

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Nelle prossime settimane dovrebbero essere disponibili i risultati della sperimentazione clinica di fase III FINCH-2 su filgotinib, il farmaco di Gilead per il trattamento dell’artrite reumatoide. Il candidato, un inibitore dell’enzima JAK, secondo gli analisti americani potrebbe arrivare a vendere dai due ai tre miliardi di dollari se mostrerà un’efficacia paragonabile all’attuale leader del mercato, Xeljanz (tofacitinib) di Pfizer, oltre a mostrare un buon profilo di sicurezza.Sia Xeljanz che Olumiant (baricitinib), l’ultimo arrivato della classe messo a punto da Eli Lilly, hanno infatti avvertenze sulla sicurezza. Il farmaco di Gilead è stato testato su pazienti che hanno fallito le cure con farmaci biologici. E se dovesse dare risultati positivi contro l’artrite reumatoide, questi potrebbero costituire la base di partenza per lo studio del farmaco contro la colite ulcerosa, un mercato che vale due miliardi di dollari.

Fligotinib potrebbe essere dunque il nuovo motore della crescita di Gilead dopo che le vendite dei suoi farmaci contro l’epatite C hanno cominciato a scendere in picchiata. Ma non è il solo su cui l’azienda biotech può puntare. Secondo gli analisti, infatti, anche il  candidato contro la steatoepatite non alcolica (NASH) selonsertib, per il quale sono attesi risultati nella prima metà del prossimo anno, potrebbe aiutare Gilead a riprendere quota.

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