Beckman Coulter: con kit di dosaggio clozapina risposte più rapide nella terapia della schizofrenia

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Nel mondo sono oltre 60 milioni le persone affette da disturbi mentali gravi: 24 milioni da schizofrenia e 40 milioni da disturbo bipolare. Il dato emerge dall’ultimo rapporto dell’OMS sulla salute mentale. Per la gestione delle malattie mentali gravi di questo tipo vengono comunemente prescritti i farmaci antipsicotici, a rilascio immediato o prolungato.

Il monitoraggio dei farmaci antipsicotici (TDM, Therapeutic Drug Monitoring) è al centro dello studio coordinato da Antonino Sammartano, dirigente biologo dell’U.O. di Patologia Clinica dell’Ospedale di Vaio, che sarà presentato al Congresso dell’IFCC – International Federation of clinical Chemistry and Laboratory Medicine di Bruxelles, dal 18 al 21 maggio.

“Il TDM viene utilizzato per monitorare e mantenere i livelli dei farmaci antipsicotici entro uno specifico intervallo terapeutico – spiega Antonino Sammartano – ovvero all’interno dell’intervallo di misurazione analitico in cui un farmaco esercita il suo effetto clinico con effetti avversi minimi per la maggior parte dei pazienti. In questo modo la diagnostica di laboratorio opera a supporto della decisione clinica, con l’obiettivo di ottimizzare l’efficacia del trattamento farmacologico, riducendo eventuali rischi di effetti collaterali”.

“Gli antipsicotici sono farmaci utilizzati per trattare la schizofrenia e altri disturbi psicotici e sono efficaci sia nel trattamento acuto che nel mantenimento della malattia, aiutando a prevenire le ricadute – osserva Giancarlo Breviario, responsabile del Centro Salute Mentale “Parma Est” dell’AUSL Parma – Esistono due generazioni di antipsicotici: quelli di prima generazione, chiamati tipici, e quelli di seconda generazione, noti come atipici; questi ultimi sono indicati nel trattamento della schizofrenia, di episodi maniacali, agitazione e aggressività”.

Una migliore tollerabilità
Gli antipsicotici atipici hanno un profilo di tollerabilità migliore rispetto ai farmaci di prima generazione e presentano una minore incidenza di effetti collaterali sui sintomi negativi e neurologici, come tremori, distonie e discinesie tardive.

“L’utilità del monitoraggio dei farmaci varia a seconda della situazione clinica e del farmaco in questione – continua Breviario – Tra i farmaci antipsicotici di seconda generazione, la clozapina rappresenta il gold standard nella gestione della schizofrenia farmaco-resistente, ma richiede un monitoraggio accurato, classificato come “livello 1: monitoraggio fortemente raccomandato, per via dell’effetto positivo nell’individuare la riduzione della tollerabilità o l’intossicazione. La disponibilità di risultati di laboratorio affidabili ed in tempi rapidi può rappresentare un valido supporto per i centri di salute mentale, nell’ottica di garantire la migliore qualità di vita ai nostri pazienti”.

Il kit di dosaggio di Beckman Coulter
“Oggi la metodologia più utilizzata per il monitoraggio dei farmaci antipsicotici è la cromatografia liquida-tandem con spettrometria di massa (LC-MS/MS – Liquid Chromatography-Tandem Mass Spectrometry), grazie alla sua sensibilità e specificità nell’identificazione degli analiti – precisa Sammartano – ma questa tecnica, oltre a richiedere personale altamente qualificato, comporta anche elevate tempistiche di esecuzione. Mentre in molti casi è importante poter supportare il clinico con risultati di laboratorio tempestivi”.

“Il nostro studio preliminare – continua Sammartano – indica che il kit di dosaggio per la clozapina di Beckman Coulter mostra una promettente concordanza con il metodo LC-MS/MS. Il bias e i limiti di concordanza osservati rientrano in intervalli accettabili, suggerendo che questo metodo potrebbe rappresentare una valida alternativa per il monitoraggio di routine dei livelli di clozapina nei campioni plasmatici. Inoltre, i risultati sono disponibili entro dieci minuti dal caricamento del campione sullo strumento, un aspetto fondamentale in casi di urgenza”.

“Un esempio concreto dell’impegno della MDL al servizio del paziente – conclude il dottor Sammartano – per rendere sempre più accessibili le cure di prossimità, migliorando la qualità del percorso diagnostico”.

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