Roche: a breve su mercato nuovo sensore impiantabile per glicemia

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Un sensore impiantabile della grandezza di un chicco di riso, in grado di monitorare la glicemia fino a 6 mesi consecutivi, un trasmettitore tondo delle dimensioni di una moneta e un’app per smartphone: questo il futuro del monitoraggio continuo del glucosio nelsangue. A dare alcune anticipazione sull’evoluzione a breve termine del già innovativo sistema CGM Eversense è l’Amministratore Delegato di Roche Diabetes Care Italia Massimo Balestri, in occasione dell’incontro “Innovative Technologies meet digital integration: the key to improve outcomes and true relief”, organizzato in occasione dell’Attd 2017 a Parigi. Sensore impiantabile, trasmettitore e app sono i tre elementi chiave che costituiscono il sistema Senseonics Eversense, “l’unico in commercio a vantare un sensore impiantabile la cui vita dura fino a 90 giorni – afferma Jan Jager, direttore del Business internazionale di Roche Diabetes Care – Il trasmettitore che viene poi fatto aderire alla parte superiore del braccio in corrispondenza del sensore, può essere rimosso in caso di necessità e poi nuovamente applicato ‘come un cerotto’”.

Obiettivo 40 centri 
In Italia sono attualmente quattro i centri che mettono la tecnologia a disposizione, ma la lista di quelli aderenti al progetto è molto più lunga: “i primi contatti che abbiamo attivato sono con ospedali di Padova, Bari, Olbia e Catanzaro, ma stiamo prendendo informazioni su almeno una settantina di altri centri e l’obiettivo è arrivare a breve almeno a quaranta”, spiega Balestri. Ad oggi, il sistema è disponibile in Italia, ma non c’è una trattativa a livello nazionale, “una terapia può arrivare a costare alcune migliaia di euro all’anno, analogamente al costo di un continuous monitoring utilizzato costantemente – afferma Balestri – Per favorire l’ingresso del prodotto all’interno dell’offerta del Ssn, dobbiamo iniziare a valutare ipotesi come il co-payment, o l’attivazione di una sorta di “contratto” con pagamento mensile come alternativa all’acquisto del device”. L’idea è quella di creare dei veri e propri centri di expertise, per questo “stiamo identificando le Asl da coinvolgere per ‘addestrarle’ all’utilizzo del sistema”, spiega Balestri. L’indicazione pediatrica del prodotto è già stata chiesta ed è prevista nel 2018, per il resto della popolazione diabetica, invece, non è stato indagato l’impatto dell’età nella riuscita dell’utilizzo della tecnologia. Tuttavia, se da una parte i giovani potrebbero essere facilitati nell’approccio all’high technology, dall’altra “lo strumento permette di non avere alcuna interazione con il device per 90 giorni adesso – e 180 giorni più avanti – potrebbe dunque essere una soluzione ancora più semplice per la persona anziana perché la solleva dal problema della manualità che è più difficile da gestire rispetto all’analisi”, aggiunge Balestri.

Come funziona il device
L’inserzione del sensore prevede una procedura ambulatoriale di 5 minuti che consiste, sostanzialmente, in un’incisione di 5-8 mm nella parte superiore del braccio a cui segue l’introduzione sottocutanea del device e la chiusura con un cerotto. I dati sul glucosio acquisiti dal sistema vengono poi inviati al dispositivo mobile e gli algoritmi predittivi avvertono il paziente di probabili episodi di ipo o iperglicemie con appositi allarmi. Le informazioni raccolte possono poi essere trasmesse automaticamente e costantemente al medico, attraverso un sistema cloud based. “I dati sono di proprietà del paziente e sono condivisi solo su esplicita autorizzazione dello stesso – spiega Balestri – sono gestiti attraverso la piattaforma Accu-Check Connect che si trova fisicamente in Germania e Roche ha accesso solo a dati aggregati senza alcuna possibilità di identificare il paziente. L’utilizzo del CGM non prevede un aumento dell’impegno dell’attività svolta dal medico ma vuole agevolare la scelta della strategia terapeutica più efficace”. Questo strumento si inserisce in maniera ottimale in un panorama in cui l’utilizzo dei big data sta cambiando il modo di fare medicina. Esistono poi altri strumenti che favoriscono la condivisione di dati, ad esempio, “il sistema Emminens Econecta che permette uno scambio di informazioni tra pazienti,  clinici e amministrativi, favorendo così un approccio olistico al trattamento della condizione diabetica – conclude Balestri – Roche offre anche Accu Check Smart Pix, un sistema che opera una sorte di analisi dei dati per fornire il supporto al medico affinché prenda le decisioni ottimali sulla terapia”.

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