Washington e New Delhi: braccio di ferro per taglio prezzi medical devices nel mercato indiano

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(Reuters Health) – È braccio di ferro tra USA e India. A seguito della decisione del governo del Paese asiatico di imporre un tetto al prezzo di dispositivi medici, come stent e impianti al ginocchio, e di impedire alle aziende di ritirare i loro prodotti, gli Stati Uniti hanno cominciato a fare pressing diplomatico affinché l’India torni sui suoi passi. Il governo del Primo Ministro Narenda Modi ha recentemente imposto un taglio del costo dei dispositivi fino al 75% per renderli accessibili a tutti. Ma l’industria della tecnologia medica in India, che vale cinque miliardi di dollari e comprende aziende come Abbott Laboratories, Boston Scientific e Johnson & Johnson, ha protestato contro questa mossa, dicendo che compromette l’innovazione, i profitti e gli investimenti futuri. L’India ha anche di fatto messo delle barriere alle aziende che volevano ritirare i loro prodotti a seguito della riduzione del prezzo. Abbott, per esempio, voleva ritirare uno dei suoi stent, dichiarando che non era commercialmente sostenibile venduto al prezzo stabilito dal governo, ma l’India ha respinto questa richiesta e le motivazioni addotte. E mentre il caso è diventato una delle preoccupazioni principali per gli USA, il ministero del commercio indiano, che siede al tavolo delle politiche commerciali con gli Stati Uniti, non ha commentato il pressing americano, Modi ha già confermato che la fornitura di dispositivi a prezzi accessibili per i pazienti ha la precedenza sugli interessi delle imprese. Il governo indiano ha di fatto equiparato i margini di profitti di alcuni dispostivi, alcuni dei quali sarebbero ‘illegali’, superando anche il 400%.

Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)

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