Sanità africana verso l’autonomia finanziaria. L’OMS spinge su fiscalità e sostenibilità

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Un cambio di paradigma è alle porte per la sanità africana. Complice il netto ridimensionamento degli aiuti internazionali – in primis da parte degli Stati Uniti – diversi Paesi del continente stanno accelerando il passaggio verso un’autonomia finanziaria dei sistemi sanitari. A darne conferma, nelle scorse ore, è stato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, intervenuto alla Sesta Conferenza mondiale dei presidenti dei Parlamenti in corso a Ginevra.

“Molti leader dei Paesi in via di sviluppo, compresi quelli africani, mi hanno detto che considerano questa crisi un’opportunità per lasciarsi alle spalle l’era della dipendenza dagli aiuti e puntare su un’autosufficienza sostenibile”, ha dichiarato Ghebreyesus, sottolineando l’impegno dell’OMS ad accompagnare i Paesi in questo processo di transizione.

Un cambiamento, comunque, già nell’aria da qualche mese: lo scorso marzo il vicepresidente del Sudafrica aveva definito i tagli americani un “wake-up call” per il continente. Nel mese di aprile l’Africa CDC (Centers for Disease Control and Prevention) ha lanciato una strategia a livello continentale per modificare le modalità di finanziamento della salute pubblica.

L’autonomia, però, ha bisogno di basi solide. Ecco perché l’OMS sta spingendo con forza su strumenti di fiscalità interna: in particolare, l’introduzione o l’aumento delle imposte su alcol e tabacco. Una strategia che, secondo le stime dell’agenzia ONU, potrebbe generare fino a 1.000 miliardi di dollari di nuove entrate nel prossimo decennio.

“Vogliamo aiutare i governi a migliorare l’efficienza e a individuare fonti interne di finanziamento per la salute”, ha spiegato Ghebreyesus, aggiungendo che l’indipendenza finanziaria non è solo una necessità contingente, ma un passo fondamentale per costruire sistemi sanitari resilienti, capaci di rispondere alle sfide presenti e future.

Il tema dell’autonomia non riguarda solo l’Africa. Anche l’Indonesia, ha ricordato il direttore generale dell’OMS, ha avviato un piano per diventare autosufficiente nella produzione di vaccini entro il 2037. Un segnale che la sanità globale si sta riorganizzando, puntando su modelli più sostenibili e meno legati alla cooperazione internazionale tradizionale.

 

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