La richiesta di ‘trasparenza’ sui prezzi dei farmaci chiesta dall’ Interfaith Center on Corporate Responsibility a 18 big-pharma americane, è stata in parte rispedita al mittente. Alla base di questa posizione, assunta in maniera comune da Merck, Pfizer, J&J, Amgen, AbbVie e da altre multinazionali, ci sarebbe – secondo quanto riportato dal Direttore dell’ICCR, Donna Meyer – l’elevata complessità del sistema attraverso il quale si stabiliscono i prezzi: un sistema ritenuto troppo complesso per essere comunicato e compreso dall’opinione pubblica. Da qui la richiesta di mantenere il grado di informazioni più elevato e meno dettagliato. Capofila del ‘pushback’ sono state Merck e J&J che nei loro rispettivi report sulla trasparenza, hanno per prime comuniacato il prezzo dell’intero portfolio invece che dei singoli prodotti. “Un dato – ha commentato prontamente Merck – che è esaustivo di quello che le persone vogliono sapere, e che permette all’azienda di proteggere le informazioni strategiche che sono alla base dei processi di negoziazione con i clienti”. Da qui la richiesta di Merck alla SEC (Commissione Titoli e Scambi) di eliminare la richiesta avanzata dal Gruppo di advocacy. Gli investitori intanto restano a guardare quello che sarà il voto espresso dagli azionisti di ogni gruppo, sull’argomento. Più aperta sembra essere per ora la risposta da parte delle big pharma europee, tra GSK, Allergan e AstraZeneca, destinatarie anch’esse della richiesta da parte dell’ICCR.
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