Polmonite: il “caso Clinton” trascina la domanda dei vaccini

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La migliore alleata di Big Pharma? Hillary Clinton. Non per il programma che la candidata del Partito Democratico sta portando avanti, ma in virtù della diagnosi di polmonite che ha ricevuto dopo il malore che l’ha colta alcuni giorni fa. Secondo Google Trends, dopo l’annuncio della sua malattia, le ricerche su Google di “vaccino contro la polmonite” sono aumentate notevolmente. Queste ricerche sono passate da un livello di popolarità di 9 su 100 alle 14 di domenica 11 settembre, prima della diffusione della notizia, a 75 su 100 il pomeriggio stesso, fino ad arrivare a 100 il giorno successivo. Sempre secondo Google Trends, il numero 100 rappresenta “l’apice della popolarità”, essendo “il punto più alto sul diagramma per una data regione e in un determinato momento”. Valori inferiori sono percentuali di questo livello di popolarità.

E da questa vicenda un particolare vantaggio potrebbero trarlo Pfizer e Merck. Entrambe le aziende producono vaccini per adulti. Prevnar 13di Pfizer è il più venduto al mondo. Nel 2014, i CDC lo hanno raccomandato per over 65 anni; un endorsement che ha aiutato l’unità vaccini di Pfizer a ottenere profitti elevati. È troppo presto per dire se la notizia di Hillary Clinton incrementerà le vendite del franchise Prevnar, che lo scorso anno ha fatto incassare 6.2 miliardi di dollari, o quelle di Pneumovax 23, commercializzato da Merck, che ha totalizzato 542 milioni di dollari di vendite nel 2015. Quel che è certo è che la malattia della Clinton sta sensibilizzando il pubblico sulla vaccinazione contro la polmonite. C’è già un precedente importante, e riguarda Merck. Alla fine dello scorso anno, l’ex presidente Jimmy Carter ha affermato che Keytruda, farmaco immunoncologico dell’azienda, lo ha aiutato a sconfiggere una difficile diagnosi di melanoma metastatizzato. Gli esperti di marketing farmaceutico osservano che “l’effetto Carter” potrebbe aiutare Keytruda nell’affermazione sul mercato.

 

 

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