Manovra. Cattani (Farmindustria): “In un contesto economico così difficile bene riallocare risorse dove mancano”

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“Credo che, innanzitutto come cittadini, dobbiamo essere soddisfatti perché il fondo sanitario cresce e questo è un bene per tutti noi. Noi abbiamo condiviso delle proposte che vanno nella direzione intrapresa dalla legge di bilancio, cioè quella di sfruttare meglio le risorse già presenti, che oggi non sono impiegate. Ci sono delle allocazioni di fondi e sappiamo dov’è la criticità: nella spesa farmaceutica diretta, rispetto a tetti che sono teorici perché il fabbisogno di cura è cambiato, la popolazione è invecchiata. O prendiamo consapevolezza della realtà o vivremo sempre in un mondo teorico, fatto di tetti teorici. E quindi bene il riallocare risorse in quella direzione, dove c’è uno sfondamento e si genera un payback”. A commentare le misure contenute nella manovra finanziaria che riguardano la spesa farmaceutica, in particolare la rimodulazione dei tetti previsti per la spesa diretta e convenzionata, è Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, a margine dell’evento Frontiers Health 2023 in corso a Roma.

“Non dimentichiamoci – prosegue Cattani  che il payback è uno strumento che strozza la capacità di attrarre investimenti, di restare competitivi, così come il fatto di avere una valorizzazione molto bassa per tante categorie di farmaci rimborsati, rende molto più difficile sostenerne la produzione, anche per l’aumento dei costi. Dobbiamo avere una strategia: quella del valore rispetto a quella del minor costo. Valore significa beneficio clinico, beneficio economico, beneficio previdenziale. Oggi questo lo possiamo misurare e deve essere il salto culturale che questo Paese deve fare per definire nuove regole flessibili e veloci sull’accesso, sulla valorizzazione dei farmaci, dei percorsi di cura e sulle competenze”.

“Siamo consapevoli come tutti – precisa il presidente di Farmindustria – del perimetro economico in cui ci troviamo. L’Europa ha un Pil flat, l’Italia è un pochino sopra. Sono state fatte delle scelte molto difficili, superbonus, reddito di cittadinanza, che hanno presentato il conto e quindi noi rispettiamo e comprendiamo la difficoltà generale. È chiaro che siamo molto orgogliosi quando guardiamo i dati della produzione industriale rilasciati dall’Istat: purtroppo l’Italia ad agosto ha fatto segnare un -2,5%, mentre l’industria farmaceutica risulta primo settore con un +10,3%. Quindi trainiamo la produzione, l’export e le nuove assunzioni. Un governo deve avere anche il coraggio di capire quali settori danno un beneficio aggiunto maggiore all’economia del Paese. E credo che questo si possa fare nel rispetto di tutti i settori, nel rispetto anche di una situazione economica non semplice del Paese, che però implica delle scelte, anche coraggiose, di riforme: quella dell’Aifa, da una parte, il regolamento sulla ricerca clinica, la proprietà intellettuale a livello europeo. Noi siamo con questo governo, che ha il coraggio di fare le scelte giuste per i cittadini, per il sistema Paese e anche per l’industria”.

Cattani ha poi parlato del tema al centro dell’evento: “Sulle Digital Therapeutics – spiega – abbiamo bisogno di un percorso regolatorio di accesso e rimborso. E necessitiamo anche di un quadro chiaro e netto per la gestione del dato clinico per finalità secondarie, quindi ricerca e assistenza. Il terzo punto è quello delle competenze, non solo a livello centrale, ma soprattutto a livello periferico-regionale, per implementare questo viaggio di trasformazione tecnologica, per darci un sistema sanitario veramente data driven. L’innovazione che arriva grazie alla ricerca dell’industria farmaceutica, la parte regolatoria, l’utilizzo del dato clinico per finalità di ricerca e assistenza e le competenze sono i tasselli necessari per avviarci in questo percorso”.

“In particolare – prosegue – le competenze sono probabilmente il punto più difficile perché cercare, ottenere, formare, sviluppare e trattenere competenze di questo tipo oggi è molto difficile per le aziende private e lo è ancor di più per il sistema pubblico. L’Italia è un Paese leader a livello europeo e mondiale nella produzione farmaceutica, l’eccellenza è lungo tutta la filiera da ricerca, sviluppo, produzione, a distribuzione. Noi abbiamo le idee chiare su questo e grazie anche alla collaborazione con il governo, abbiamo preso e condiviso una posizione netta contro la proposta di legislazione farmaceutica europea che ha un obiettivo molto chiaro e cioè ridurre la proprietà intellettuale, quindi indebolire ancora di più l’Europa rispetto alla capacità di attrarre investimenti in ricerca e sviluppo e dunque di dare innovazione ai cittadini. Innovazione nei farmaci, e parlo di quelli realmente innovativi, ma anche rispetto all’innovazione tecnologica di produzione. Oggi produrre farmaci è molto difficile perché sono aumentati i costi ed è difficile reperire le materie prime. E quindi noi dobbiamo continuare a fare innovazione per rendere il nostro modello industriale sostenibile; l’Europa da parte sua deve liberarsi da ideologie anti-industriali e pensare che la salute è entrata in una dimensione competitiva globale. Non possiamo aspettarci innovazione senza volerne supportare gli investimenti, altrimenti la logica è quella di perdere come continente l’accesso all’innovazione, alla migliore salute, per i cittadini e di indebolire ancor di più l’industria rispetto a Stati Uniti, Cina, Emirati, Singapore e Arabia Saudita, che investono per attrarre investimenti e rafforzare il brevetto”.

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