Alla chiusura della giornata borsistica di venerdì 21 novembre, Lilly è diventata la prima azienda farmaceutica a raggiungere la soglia dei 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, pari a circa due terzi di quella di Meta.
La crescita vertiginosa della pharma USA è legata soprattutto al successo dei farmaci della classe GLP-1, diventati in pochi anni il nuovo perno terapeutico per due condizioni che incidono profondamente sulla salute pubblica globale: obesità e diabete. Zepbound, l’anti-obesità di Lilly, consente di perdere in media circa un quinto del peso corporeo e mostra potenziali benefici anche su cuore, reni e altri organi. Mounjaro, antidiabetico che condivide con Zepbound il principio attivo tirzepatide, permette all’80% dei pazienti con glicemia non controllata di riportarla in un range sano.
L’impatto commerciale dei due farmaci è stato immediato: nei primi nove mesi del 2025, le vendite combinate di Zepbound e Mounjaro hanno sfiorato i 19 miliardi di dollari, superando Keytruda di MSD e diventando i farmaci più venduti al mondo. Secondo molti analisti, il mercato dei GLP-1 raggiungerà i 100 miliardi annui entro il 2030, con Lilly in posizione dominante.
A monte del successo dell’azienda c’è una visione industriale lungimirante. Già nel 2017, ai primi dati sull’uomo di tirzepatide, il Chief Scientific Officer Dan Skovronsky e il CEO David Ricks compresero di avere tra le mani una molecola destinata a cambiare il mercato. Oggi le aziende del settore sono diventate follower: dalle strategie aggressive di Novo Nordisk alle acquisizioni mirate di molte big pharma, tutte puntano a ritagliarsi uno spazio nel nuovo mercato delle patologie del metabolismo.
La domanda globale, tuttavia, resta superiore all’offerta. Sia Lilly sia Novo Nordisk hanno dovuto far fronte a carenze nelle forniture e stanno investendo miliardi di dollari nel potenziamento della capacità produttiva. La “rivoluzione GLP-1” non è soltanto un fenomeno clinico o commerciale: sta ridefinendo i rapporti di forza dell’intera industria farmaceutica. E con la capitalizzazione oltre quota mille miliardi, Eli Lilly entra oggi in una categoria che, fino a ieri, sembrava riservata ai giganti della tecnologia.