Farmaci. Cattani (Farmindustria): “Ue sta sbagliando tutto, mentre Cina e Usa si rafforzano”

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Sullo sviluppo della ricerca in Italia “serve una strategia sposata dalle più alte istituzioni governative e politiche italiane. Siamo in guerra, credo che tutti noi abbiamo letto oggi della guerra alla Cina sulle materie rare. C’è già una guerra in atto sui farmaci, abbiamo avuto il Covid, abbiamo avuto il Pnrr come risposta a un’emergenza per fare delle cose positive, ma abbiamo una visione e una gestione tattica della scienza, della tecnologia e delle risorse e dei processi che devono essere definite. Possiamo contare sull’Europa? No. La Commissione europea ha sbagliato tutti i dossier legati a ricerca, innovazione e tecnologia. Stati Uniti e Cina rafforzano la proprietà intellettuale sui vaccini e sui farmaci sviluppati in quei due Paesi, l’Europa vuole accorciare. Quindi stiamo perdendo di vista come il mondo sta evolvendo in una frammentazione dove la chiave vincente da una parte è la difesa, ma la difesa in un senso ampio, non i missili e i droni che trovi dappertutto – anche nei Paesi canaglia – è la sicurezza dei cittadini e quindi salute, ricerca e innovazione”.

Così il presidente di Farmindustria Marcello Cattani nel suo intervento, giovedì 16 ottobre, all’ultima giornata degli Stati generali della ricerca medico-scientifica al Senato.
“Per fare questo serve una strategia con degli obiettivi, delle ambizioni e delle risorse, ma sono risorse che noi oggi non vediamo nella misura in cui dovremmo metterle – avverte Cattani – È chiaro, l’Italia non ha la scala né degli Stati Uniti né della Cina, ne siamo tutti consapevoli, ma è possibile che la Spagna ci abbia superato in ricerca clinica? Con tutto il rispetto no. Per l’eccellenza che ha l’Italia nell’accademia e nella ricerca. Noi abbiamo esattamente l’8% di quota di ‘market share’ mondiale sullo sviluppo dei nuovi farmaci, ne abbiamo circa 1.900. Davanti abbiamo alcuni Paesi, ma la classifica è Stati Uniti, Cina, Sud Corea, poi via via arriva anche l’Australia e noi siamo stati superati dalla Spagna. Questi sono i dati che devono farci riflettere, ma se l’Italia non ha una strategia sposata e portata dalle più alte istituzioni governative e politiche, noi andremo sempre avanti di trascinamento”.

“E quindi che cosa fare, quali priorità? È chiaro – ha aggiunto – che una strategia deve essere alimentata da diversi dicasteri, ma anche da tutto il Parlamento, dagli italiani. La mole di lavoro da fare è enorme, ma non abbiamo il tempo e quindi serve un grande sforzo collettivo per mettere al primo posto la definizione di una strategia che ci consenta di essere più sicuri, più veloci, più competitivi”.

“Se guardiamo i brevetti che si tramutano in nuovi farmaci o nuovi vaccini, anche qui il tasto è dolente per l’Italia nel suo complesso – ha ricordato Cattani – E l’Europa non tocca palla, non tocca palla perché ha oggi una risorsa che è l’industria farmaceutica, non solo quella italiana che è diventata prima, l’industria farmaceutica è diventata il primo settore nel saldo commerciale dell’Europa con 193 miliardi nel 2024. Ma sta agendo per cambiare le cose e mettere al centro una strategia che coniughi la ricerca scientifica con la tecnologica e l’industria? No – conclude Cattani – E quindi dobbiamo contare tanto su noi stessi per migliorare la nostra posizione e dobbiamo comunque cambiare le cose nell’agenda europea e credo sia sotto gli occhi di tutti”.

 

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