L’amministrazione Trump ha siglato un accordo commerciale con il Regno Unito, che prevede l’esenzione dai dazi per farmaci, ingredienti farmaceutici e tecnologie mediche di origine britannica. L’esenzione avrà una durata minima di tre anni, secondo quanto dichiarato dai governi dei due Paesi.
In cambio, il Regno Unito aumenterà del 25% il prezzo netto pagato dal NHS per i farmaci innovativi provenienti dagli USA e garantirà che i nuovi prezzi non vengano “sostanzialmente erosi” da concessioni generali sui farmaci già presenti nel portafoglio, secondo lo schema VPAG (Voluntary Scheme for Branded Medicines Pricing, Access and Growth) e altri programmi di rimborso.
L’accordo prevede anche modifiche al metodo con cui il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) valuta i farmaci innovativi, in particolare per quanto riguarda il parametro del “quality-adjusted life year”, fondamentale per la decisione di raccomandare un farmaco nel NHS.
La partnership mira a rafforzare gli investimenti biofarmaceutici in entrambi i Paesi. “Questo accordo ristabilisce un equilibrio a lungo atteso nel commercio farmaceutico tra USA e Regno Unito”, ha commentato Robert F. Kennedy Jr., segretario dell’HHS.
L’intesa si inserisce nella strategia trumpiana nota come “most favored nation”, volta ad allineare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti a quelli più bassi pagati in altri Paesi OCSE comparabili per sviluppo industriale.
Secondo alcuni osservatori, il nuovo accordo potrebbe rendere il Regno Unito nuovamente attrattivo per big pharma come MSD, Sanofi e AstraZeneca, che hanno temporaneamente sospeso investimenti nel Paese a causa delle difficoltà nella valutazione dei farmaci innovativi.
AstraZeneca ha già ottenuto un periodo di tolleranza di tre anni dai dazi statunitensi sui farmaci e prevede di quotare le proprie azioni alla New York Stock Exchange, a partire dal 2 febbraio 2026, mantenendo comunque le quotazioni nei listini di Londra e Stoccolma.
