Takeda Italia, nasce la BU Malattie Rare. Ad Alessandro Lattuada la direzione

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Takeda Italia rafforza e ridisegna la propria presenza nel settore delle malattie rare con la creazione di una Business Unit dedicata.

La Business Unit Rare consolida l’attuale portfolio composto da più di 40 prodotti destinati a patologie rare, come l’emofilia, l’angioedema ereditario, le malattie da accumulo lisosomiale e le immunodeficienze primitive e secondarie.

A dirigere la nuova Unit è stato chiamato Alessandro Lattuada, 52 anni, torinese, laurea in Farmacia, con una lunga esperienza nel settore farmaceutico e nell’ambito delle malattie rare.
Lattuada è entrato in Takeda Italia a seguito dell’integrazione con Shire nel 2020, in qualità di Business Unit Director gestendo con successo il lancio del trattamento per l’angioedema ereditario durante l’emergenza Covid-19 ed assicurando una collaborazione proficua con i principali stakeholders nazionali per gestire la carenza di plasmaderivati, terapie salvavita per le malattie rare.

“Con una pipeline che ha come obiettivo principale quello di rispondere agli “unmet needs” ancora esistenti, la Business Unit Rare assume un duplice impegno e vocazione – dichiara Lattuada – Anche con questa scelta organizzativa, Takeda Italia intende rispondere in modo adeguato e concreto alle necessità che quotidianamente incontrano i pazienti ed i loro caregivers. La sfida è quella di definire dei nuovi schemi, laddove ancora non sia stato fatto, per cambiare il percorso terapeutico e migliorare così la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari. Abbiamo introdotto, infatti, figure nuove come il Patient Journey Manager, per supportare il paziente dai primi sintomi sino al post terapia, partendo come sempre dall’ascolto delle reali esigenze, farmacologiche e non, dei pazienti e delle loro famiglie”.

“Le malattie rare sono una priorità per Takeda – osserva Annarita Egidi, Amministratore Delegato di Takeda Italia – I pazienti affetti da queste patologie, spesso in età pediatrica, sono rari se si considera la singola patologia, visti insieme sono milioni e sentiamo la responsabilità di supportarli affinché abbiano la giusta diagnosi, il miglior trattamento possibile e un futuro luminoso. Con la nuova Business Unit Rare, l’azienda dimostra di voler provare a cambiare il paradigma di lavoro, esprimendo un carattere e un impegno che vanno oltre la terapia farmacologica e che si avvicinano all’intero percorso di cura”.

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