Novartis: tumore del seno, Kisqali migliora tassi di sopravvivenza

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(Reuters Health) – Kisqali, di Novartis, associato a terapia endocrina, si è dimostrato più efficace di quest’ultima da sola nel trattamento delle donne in pre-menopausa con tumore del seno HR+/HER2- avanzato o metastatico.

Circa il 70% delle pazienti trattate con Kisqali e terapia endocrina, infatti, è ancora in vita dopo 42 mesi, rispetto al 46% di quelle trattate solo con terapia endocrina.

È il principale risultato dello studio Monaleesa-7, condotto da Novartis. I dati sulla sperimentazione sono stati presentati all’ASCO.

Kisqali, un inibitore CDK4/6 che blocca i meccanismi che portano alla crescita del tumore, ha realizzato vendite per 235 milioni di dollari nel 2018, molto meno rispetto ai 4,1 miliardi di dollari del suo rivale Ibrance, di Pfizer, il primo farmaco sul mercato, approvato nel 2015, due anni prima di quello di Novartis.

Quest’ultimo, però, è attualmente indicato come trattamento iniziale nelle donne con tumore del seno HR+/HER2- avanzato o metastatico, indipendentemente dal fatto che siano o meno in menopausa. Il problema principale di Kisqali, però, è la presenza sull’etichetta dell’alert sul rischio cardiaco di prolungamento del QT e di tossicità epatica,.

Risultati alla mano, l’azienda svizzera spera comunque ora di convincere altri specialisti a considerare ulteriormente Kisqali, mentre è in corso l’analisi di studi clinici separati per determinare il beneficio della terapia sulla sopravvivenza complessiva.

Secondo gli analisti, il medicinale potrebbe arrivare a totalizzare 1,2 miliardi di dollari di vendite l’anno entro il 2024.

Fonte: ASCO 2019
(Versione italiana per Daily Health Industry)

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