GSK esce dalle malattie rare

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(Reuters Health) – Seguendo la linea dettata dalla CEO Emma Walmsley, che per riformare GlaxoSmithKline vuole focalizzare la ricerca su poche aree terapeutiche, l’azienda inglese cederà le terapie geniche per il trattamento delle malattie rare. Ad acquisirle sarà Orchart Therapeutics, un piccola azienda sempre inglese che già si occupa di malattie rare. Ad annunciarlo è stata la stessa Walmesly, che aveva anticipato la mossa già a luglio scorso. In base all’accordo, GSK riceverà una partecipazione del 19,9% in Orchard, un posto nel consiglio di amministrazione e pagamenti legati al successo commerciale dei medicinali,. GSK, in un certo senso, va contro corrente dismettendo proprio le terapie per le malattie rare, in un momento in cui i rivali vedono questo settore come una probabile buona fonte di profitto. Certo è che, relativamente al settore, il portfolio dell’azienda inglese è minimo. GSK continuerà a occuparsi di terapie geniche, con particolare attenzione all’oncologia, tanto da aver investito di recente centinaia di milioni di dollari per trattamenti attivi sui recettori delle cellule T, per combattere una serie di tumori. L’unica terapia genica di GSK contro una malattia rara presente sul mercato è Strimvelis per la deficienza immunitaria combinata grave ADA, detta malattia dei bambini bolla. Dal suo lancio in Europa, due anni fa, la terapia di GSK è stata usata per trattare solo pochi pazienti a un prezzo di 594mila euro per trattamento. Ecco perché questo farmaco, così come altre terapie geniche, si collocherà meglio all’interno di Orchard, che sta già lavorando sulla stessa patologia rara.

Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)

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