Gli informatori sono ancora un mezzo valido per arrivare al medico? Due nuovi studi

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In che direzione sta andando il rapporto dei medici con le aziende farmaceutiche? A far luce su questa complicata relazione due recenti studi. ZS Associates e CMI/Compas hanno pubblicato due indagini in cui è chiaramente emerso che l’informatore farmaceutico rimane un valido ed efficace strumento in mano a Big Pharma per entrare in contatto con la classe medica. Questo fintanto che sarà possibile varcare la soglia degli studi degli specialisti. Non è ancora semplice riuscire a stabilire se l’accesso sta proseguendo nel trend di diminuzione dell’ultimo periodo o se invece si sta per osservare una ripresa del contatto medico-isf.

Secondo quanto riportato da ZS Associates che ha analizzato il rapporto tra 632 mila medici e oltre 100 Pharma: “Gli informatori sono al momento il mezzo migliore per coinvolgere lo specialista, anche se oggi sono proprio i medici a impedire un contatto (oltre il 54%), mentre sette anni fa l’80% dei medici era  facilmente raggiungibile dalle aziende farmaceutiche”. Bisogna però guardare anche l’altro lato della medaglia: del 54% dei medici che limita l’accesso nei propri studi agli informatori, il 15% mostra interesse e discreta interazione con altri canali, quali quelli digitali.

Il generale i laureati in medicina cercano contenuti pertinenti: il 74% degli intervistati infatti è disposto ad avere un contatto con il mondo farmaceutico con uno dei vari canali a disposizione ma solo se veicolo di contenuti adeguati.

I medici di base, tuttavia, hanno incrementato il numero di visite da parte degli informatori. Dato, questo, emerso dal rapporto annuale di CMI/Compas che ha intervistato 2680 medici in 26 specialità. Il 50% degli intervistati ha dichiarato, infatti, di permettere l’accesso in modo illimitato alle farmaceutiche, rispetto al 36% del 2014. Oltre ai medici di base anche altri specialisti quali oncologi, gastroenterologi, cardiologi, oculisti e urologi si sono detti più disposti di un paio di anni fa a ricevere informatori e a dar loro appuntamenti ripetuti nel tempo. “Questo incremento può essere dovuto all’aumento di nuovi farmaci innovativi, ha detto direttore commerciale di CMI/Compas, Susan Dorfman”.

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