Effetto Brexit: in Europa il 25% in meno di fusioni e acquisizioni

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Fusioni e acquisizioni in calo nel terzo trimestre di quest’anno. Le operazioni sarebbero scese del 51,1%, in valore, e del 25%, in numero, e la colpa sarebbe della Brexit, almeno per quel che riguarda l’Europa. È quanto emerge dall’ultimo report degli analisti di Merger Market. Oltre allo scenario europeo, il rapporto, che guarda acquisizioni e fusioni trimestre per trimestre, vede l’Asia in salita e gli USA in frenata, soprattutto per effetto del cambiamento delle leggi fiscali. Per quanto riguarda l’Europa, il divorzio con l’Inghilterra dovrebbe concludersi in dieci anni. E mentre alcuni, come il Fondo Monetario Internazionale, fanno marcia indietro sulle catastrofiche previsioni sulla distruzione dell’economia britannica con la vittoria del sì, la sterlina continua a lottare con dollaro ed euro e c’è confusione su quali saranno le conseguenze a breve termine del voto sulle finanze del Paese.

Anche le aziende biotech inglesi stanno temporeggiando, un atteggiamento che ha portato a una riduzione di acquisizioni e fusioni, almeno leggendo l’ultimo report stilato dagli analisti di Merger Market. Secondo gli esperti, nell’ultimo trimestre in Europa ci sarebbero stati 96 accordi, che hanno portato a un giro di affari da 9,5 miliardi di dollari, una riduzione del 51,1% in valore e del 25% in numero rispetto al trimestre precedente. Il dato negativo, però, riguarderebbe solo Europa e USA, mentre l’Asia avrebbe triplicato il giro d’affari, passando da 2,9 miliardi di dollari nel trimestre precedente a 9,7 miliardi in quello appena trascorso. Inoltre, “in Asia ci sono state 84 offerte nel terzo trimestre 2016, il più alto numero mai registrato nel settore farmaceutico”, hanno scritto gli autori del report in una nota.Nonostante il dato negativo del trimestre, però, secondo gli autori dell’indagine il dato annuale resta ‘robusto’ con poco più di mille accordi stretti quest’anno, per un valore di 228,7 miliardi di dollari. A mantenere la posizione dominante sono sempre gli USA, con 103 offerte del valore complessivo di 35,7 miliardi di dollari nel trimestre appena trascorso. Il dato, comunque, è del 40% in meno in valore e del 23,7% in meno in numero rispetto al trimestre precedente.

Una delle più grandi operazioni dell’anno è stata l’acquisizione, da parte di Pfizer, di Medivation per 14 miliardi di dollari, anche se il colosso americano non è riuscito a mettere le mani su Allergan, nonostante il tentativo con 160 miliardi di dollari sul piatto. Ovviamente, se fosse passato un accordo del genere, il report sarebbe cambiato notevolmente, soprattutto nei dati sugli USA, dove a pesare di più sarebbe stato il cambiamento delle regole fiscali. In ogni caso, secondo gli esperti di Merger Market, “tra problemi normativi e un contesto geopolitico in evoluzione, il settore del farmaceutico sembra essere in tempesta, ma si prevede che fusioni e acquisizioni cambieranno forma in futuro, con un minor numero di mega-offerte a favore di operazioni più piccole, come Pfizer ha fatto quest’anno”.

 

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