Cancro al seno: combo di Novartis efficace nella progressione. Ma la leadership è di Pfizer

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La combinazione di LEE011, noto anche come ribociclib, e Femara (letrozolo), entrambi prodotti da Novartis, ridurrebbe del 44% il rischio di progressione della malattia e morte nelle donne con tumore del seno di tipo HR+/HER2-. A dichiararlo è stata la stessa azienda farmaceutica svizzera, che ha presentato i dati al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica 2016. L’associazione dei due medicinali avrebbe contribuito anche alla riduzione delle dimensioni del tumore almeno del 30%. E ora Novartis è impaziente di cominciare a trattare con le autorità sanitarie per mettere nel mercato il nuovo farmaco il prima possibile e togliere così quote al rivale Ibrance, di Pfizer. Il nuovo medicinale dell’azienda svizzera ha già un’approvazione breakthrough, che negli USA accelera l’approvazione dei farmaci che dimostrano particolare efficacia, e Novartis ha dichiarato che è sulla buona strada per avere l’ok definitivo entro fine anno.

Una rincorsa difficile
Ma la differenza tra i due prodotti, anche secondo l’analista di Bernstein, Tim Anderson, non è molta, mentre il fattore tempo è tutto a vantaggio di Pfizer, che è nel mercato con Ibrance già da quasi due anni. “I risultati di fase 3 – ha dichiarato l’esperto – dimostrano che i due prodotti sembrano gemelli separati ala nascita”. Entrambi i farmaci, infatti, “hanno dimostrato un significativo beneficio sulla sopravvivenza libera dalla progressione della malattia. E anche per quanto riguarda gli effetti collaterali, i due medicinali risultano in gran parte simili”, ha sottolineato l’esperto. Del resto, la stessa Novartis ha ammesso che, per ora, ribociclib non ha dimostrato di essere superiore a Ibrance o al candidato di Eli Lilly, ma potrebbe distinguersi da questi due man mano che verranno accumulati altri dati. Nel frattempo Pfizer ha accumulato un buon vantaggio. Da quando ha ottenuto l’approvazione, nel febbraio del 2015, Ibrance ha raccolto 723 milioni di dollari l’anno scorso e ha già superato quella cifra per quest’anno, arrivando a 942 milioni di dollari di guadagno dall’inizio del 2016 ad oggi. E nel frattempo il colosso americano non è rimasto seduto ad aspettare i concorrenti. Ibrance ha già una seconda indicazione terapeutica, per le donne la cui malattia è progredita dopo una terapia ormonale, dove è somministrato insieme a Faslodex, di AstraZeneca. Pfizer, inoltre, è sulla buona strada per ampliare ulteriormente l’utilizzo del suo farmaco. L’azienda ha infatti dichiarato di avere un programma clinico ‘molto pesante’ sempre per il cancro al seno, oltre ad avere sperimentazioni in corso per l’utilizzo di Ibrance nel trattamento del tumore di testa e collo e in quello del pancreas in fase avanzata. Ecco perché gli esperti sono convinti che il medicinale di Pfizer manterrà sostanzialmente la leadership, come ha dichiarato in una nota, sabato, John Scotti, analista di Evercore ISI Group.

 

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