AstraZeneca/Sanofi: accordo per produrre il nuovo vaccino anti RSV

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È di 120 milioni di euro la quota iniziale messa sul banco da Sanofi per entrare nella sperimentazione dell’anticorpo monoclonale contro il virus Virus Respiratorio Sinciziale (RSV). L’accordo trovato con Astra Zeneca prevede una partecipazione della big-pharma francese per una somma totale di 495 milioni. Un impegno che permetterà a Sanofi di condividere costi e profitti di un prodotto potenzialmente in grado di immunizzare 160.000 bambini che ad oggi, ogni anno, muoiono a causa di questo virus. MedImmune, società del gruppo AZ, aveva acquisito i diritti dell’ AIMM Therapeutics anti-RSV mAb D25 nel 2009, dando il via l’anno scorso allo studio di fase 2b nei neonati pretermine. Con l’avvio dello studio di fase 3, che coinvolge anche i neonati sani, e la partnership avviata con Sanofi, AstraZeneca conta ora di poter avere tutte le carte giuste per commercializzare questo innovativo vaccino. “L’RSV è considerato ad oggi uno dei virus più importanti e per il quale manca un’indicazione vaccinale in età neonatale – ha spiegato l’EVP di Sanofi, David Loew. “Da qui – ha aggiunto – si capisce il perché della nostra decisione di entrare in questo accordo con la divisione Vaccini del gruppo (Sanofi Pasteur)”. La strategia seguita da Astra Zeneca è quella di proteggere i bambini basandosi su un’immunità passiva (al pari di quella che la madre passa al feto durante la gravidanza). Al contrario del meccanismo d’azione di un classico vaccino, che scatena la risposta immunitaria a fronte di un’esposizione al virus controllata, il MEDI8897 è stato pensato per fornire ai neonati un anticorpo monoclonale ‘pronto all’uso’ in grado di difendere l’organismo dall’attacco del virus. Resta ancora da valutare la fattibilità, non solo in termini di efficacia ma anche di costi, del generare un’immunità passiva attraverso delle somministrazioni. Le aspettative sono quelle che una singola dose di MEDI8897 protegga per l’intera stagione in cui è attivo l’RSV. Sul fronte regolatorio, l’FDA aveva avallato la procedura fast-track già nel 2015, perchè convinta dell’innovatività del trattamento terapeutico. Se si riuscirà ad ottenere l’approvazione finale, sarà Sanofi a commercializzare il prodotto, mentre AZ continuerà a gestire la produzione.

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