AstraZeneca: in USA Brilinta e Bydureon valutati pay for performance

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Negli USA le aziende farmaceutiche continuano a puntare sulla valutazione pay-for-performance per incrementare la quota di rimborsabilità dei loro medicinali. Ultima in ordine di tempo a stringere accordi per verificare l’efficacia dei farmaci è stata AstraZeneca, che ieri ha siglato un accordo con Harvard Pilgrim, per verificare l’utilità a lungo termine di suoi due farmaci: Brilinta ( in Italia Brilique) e Bydureon. Per quel che riguarda l’antiaggregante piastrinico Brilinta, Harvard Pilgrim valuterà quanto il farmaco riesce a ridurre il numero di ricoveri di pazienti con sintomi coronarici acuti dopo la prima ospedalizzazione. Per l’antidiabetico Bydureon, invece, la società americana valuterà come questo farmaco aiuta i pazienti a raggiungere determinati livelli di emoglobina glicata. Se i due farmaci non dovessero raggiungere gli standard di prestazione prefissati, Harvard Pilgrim potrà diminuire le sue quote di rimborso. L’accordo potrà aiutare i due farmaci dell’azienda inglese, le cui vendite sono in affanno. Bydureon ha mancato le stime nel quarto trimestre dello scorso anno, mentre Brilinta non ha raggiunto le stime di consenso nel primo trimestre del 2017. Tra le altre aziende che hanno tentato la strada della valutazione dell’efficacia c’è anche Amgen, che all’inizio di questo mese ha firmato un accordo con Harvard Pilgrim secondo il quale se un paziente che utilizza il suo farmaco contro il colesterolo Repatha ha un infarto o un ictus, l’azienda restituirà per intero i soldi della terapia. La società americana di servizi assicurativi sanitari ha accordi anche con Eli Lilly e Novartis, rispettivamente sui farmaci Trulicity ed Entresto.

 

 

 

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