Abbvie, Q3 all’insegna di Imbruvica

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Nel terzo trimestre Abbvie ha superato le aspettative degli analisti in diverse aree, soprattutto grazie alle vendite di Imbruvica. Con un solo neo: la performance di Humira non è stata all’altezza delle aspettative. Abbvie ha registrato 6,39 miliardi di dollari, 173 milioni meno delle stime di consenso. A pesare è stato in larga misura proprio il suo best-seller Humira, per il trattamento della psoriasi, che aveva aspettative negli USA pari a 2,65 milioni di dollari; apsettative che invece ha disatteso di 107 milioni di dollari. Questo tipo di prestazioni di Humira – che l’analista del Credit Suisse Vamil Divan ha definito “povere” – non sono esattamente ciò che gli investitori si aspettavano dopo l’approvazione da parte dell’FDA del biosimilare di Amgen, Amjevita lo scorso mese. Anche se passerà ancora molto tempo prima la Big Biotech possa lanciare la sua copia, l performance del Q3 “aggiunge un dato negativo al dibattito intorno alla durata a lungo termine di Humira”.

Il CEO di Abbvie, Rick Gonzalez, però, ha minimizzato promettendo che “questo marchio continuerà a crescere molto bene – e la maggior parte di questa crescita sarà dovuta ad aumenti del volume.” Il prodotto mantiene ancora la posizione n° 1 si in reumatologia che dermatologia, e sta vedendo una crescita dei volumi a due cifre in GI, nonostante la pressione di altri farmaci anti TNF e l’arrivo dei biosimilari. Humira a parte, Abbivie ha registrato invece dati positivi per Imbruvica, per la lotta contro i tumori del sangue, che le è costato 21 miliardi lo scorso anno con l’acquisizione del suo produttore Pharmacyclics. Imbruvica ha fatto incassare 501 milioni, superando l’atteso di 482.

 

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