Si chiude il Congresso AIIC. Sostenibilità ambientale e AI al centro del dibattito sulla sanità del futuro

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“Devo dire che anche quest’anno il nostro Convegno è riuscito a lasciare il segno, nel senso che abbiamo avuto oltre 2500 partecipanti, con esperti, società scientifiche, istituzioni, ricercatori ed accademici che hanno condiviso ciò che nel settore della sanità si muove in tema di sostenibilità. Abbiamo poi avuto un riscontro da un punto di vista delle aziende davvero importante. Tutto questo conferma il nostro evento come un momento di riferimento per la sanità, per le tecnologie e per gli operatori”: lo ha detto Lorenzo Leogrande (presidente dell’evento) al termine dei lavori del 25° Convegno nazionale AIIC appena concluso a Napoli. “E’ stato un appuntamento che ha certamente avuto sostenibilità ambientale e intelligenza artificiale come i due temi-pilastro dei lavori”, ha sottolineato il presidente dell’Associazione Umberto Nocco, “Sono argomenti su cui tutta la nostra associazione si è impegnata, e su cui intendiamo prenderci anche nel futuro responsabilità specifiche, ampliando le nostre competenze e generando un sistema virtuoso di dialogo ad ampio raggio con tutti gli stakeholder. Argomenti su cui anche il prossimo Convegno AIIC, che terremo nel giugno 2026 a Torino, potrà fare ulteriori approfondimenti”. La partecipazione di esperti e speaker del calibro – tra gli altri – di Walter Ricciardi (professore di Igiene pubblica), Carla Collicelli (sociologa dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile), Nino Cartabellotta (presidente GIMBE), Fabio Faltoni (presidente Confindustria DM), Alessandro Preziosa (presidente Elettromedicali, Confindustria DM), David Yadin (presidente GCEA), Ugo Trama (in rappresentanza di Vincenzo de Luca), Massimo Pulin (Presidente Confimi Industria)Gennaro Annunziata (presidente Ordine Ingegneri Napoli) ha confermato l’impianto autorevole del Convegno che aveva un titolo impegnativo – Tecnologie, sostenibilità, ambiente. Il contributo dell’innovazione alla sanità del futuro  – che poneva in modo inedito l’attenzione sull’impatto ambientale dello sviluppo tecnologico all’interno di un programma messo a punto da Stefano Bergamasco (coordinatore Centro Studi AIIC) con il contributo di tutto il Direttivo dell’Associazione (Gianluca Giaconia, Leo Traldi, Carmelo MinnitiAlberto LanzaniPasquale Garofalo, Danilo GennariAndrea FisherEmilio ChiarollaFrancesco Pezzatini), di Giovanni Poggialini (responsabile corsi di formazione) e dei due coordinatori AIIC della Campania, Nicola Tufarelli e Antonio MancanielloPer Leogrande al termine dei lavori di Napoli possiamo dire che la sostenibilità, soprattutto in riferimento all’ambiente, è un tema non ancora maturo all’interno dei contesti assistenziali e l’obiettivo di questo nostro Convegno era proprio quello di sensibilizzare tutti i professionisti, gli operatori della sanità in generale, le istituzioni ed anche il mercato. Siamo agli inizi di questo percorso, ma abbiamo registrato che sono davvero tanti gli ambiti su cui lavorare per rendere più sostenibili e più green le nostre strutture sanitarie, in stretta collaborazione con le società scientifiche disponibili ad un autentico cambiamento di sistema”.


OVERVIEW TEMI 1: SECOND HAND, TRA OPPORTUNITA’ E RISCHI – Si può parlare di riutilizzazione di tecnologie sanitarie? Assolutamente si. Come precisato da Carmelo Minniti (del Consiglio direttivo AIIC) “il fenomeno delle tecnologie second hand è in piena espansione tanto in ambiti con alto contenuto tecnologico quanto in sistemi a ridotta disponibilità economica. Quello che ci siamo proposti di fare nel nostro 25° Convegno è approfondire le opportunità in termini di accessibilità, di equità, accesso alle cure e sostenibilità ambientale. Il tutto analizzando i rischi che l’utilizzo di queste tecnologie comportano in termini di sicurezza, efficacia e responsabilità. Il nostro obiettivo è analizzare la tematica in modo da consentire che una scelta di ripiego, diventi invece una scelta strategica per una sanità più accessibile e più sostenibile”. Federico Lega (professore ordinario di economia politica e management sanitario dell’Università di Milano) ha dimostrato che, dati alla mano, il mercato del riuso e condizionamento delle tecnologie medicali obsolete è in crescita e che anche in Italia potrebbe essere utile la messa a punto di una Agenzia nazionale per la gestione di queste tecnologie. Ma perché il tutto possa avvenire – ha puntualizzato Pietro Derrico (past president AIIC e SIHTA) occorre ricordare che “nessuno può prendere una decisione da solo: non lo possono fare i burocrati, i funzionari, i professionisti sanitari né, tantomeno, i gestori di tecnologia come ingegneri clinici. Lo devono comprendere tutti, insieme ai legislatori che definiscono le norme sui grandi ideali della convivenza della società. Si tratta qui di riutilizzare un dispositivo monouso, come fanno molti paesi nel mondo, prendendosi la responsabilità di garantire al paziente la sicurezza intrinseca del nuovo prodotto: così si possono perseguire gli obiettivi di sostenibilità dell’ambiente e dei costi sociali”. Alessandro Preziosa (presidente Associazione elettromedicali, Confindustria Dispositivi medici) ha confermato l’attenzione del comparto al tema del re-processing, sottolineando che per accedere ad un riutilizzo sicuro dell’apparecchiatura dobbiamo conoscere a fondo quelli che sono i dati e quelle che sono effettivamente le situazioni dell’obsolescenza dell’apparecchiatura. “Il tema è vasto, delicato e ricco di sviluppi”, è la conclusione di Minniti, “Ed AIIC intende proseguire come soggetto di riferimento della riflessione complessiva, proprio pensando alle sue ricadute in termini di sostenibilità ambientale”
OVERVIEW TEMI 2: RIGHT TO REPAIR, SEGUENDO L’EUROPA – In un qualche modo connesso al riutilizzo ed alla necessità di basso impatto ambientale c’è anche il Right to Repair, approccio sempre più sostenuto in Unione Europea. Commenta Alberto Lanzani (vicepresidente AIIC): “Rivendicare il diritto alla riparazione significa difendere la possibilità per gli ospedali di scegliere liberamente come gestire il ciclo di vita dei dispositivi medici, senza vincoli imposti da monopolismi commerciali. Right to Repair è un movimento nato in Europa per difendere i diritti dei consumatori contro l’obsolescenza programmata. In campo biomedicale, questa battaglia assume una valenza ancora più forte. Come ingegneri clinici, siamo non solo utenti consapevoli, ma garanti della sicurezza e dell’efficienza delle tecnologie al servizio del paziente, che rappresenta il consumatore più fragile”. “La nostra responsabilità su questo terreno- continua Lanzani – non si limita alla selezione delle tecnologie migliori, ma si estende a tutta la gestione operativa e manutentiva, garantendo che le scelte siano sostenibili e basate su criteri di qualità”. Il Right to Repair ovviamente “è anche un richiamo alla responsabilità ambientale – sottolinea Lanzani – L’Italia ha raggiunto l’Overshoot Day già il 6 maggio, il che significa che consumiamo più risorse di quante il pianeta possa rigenerare. L’ingegneria clinica, attraverso una gestione più consapevole, può fare la sua parte”.OVERVIEW TEMI 3: INTEROPERABILITA’ FASE DUE – “Uno dei temi che abbiamo affrontato e approfondito al Convegno di Napoli è stato quello della interoperabilità tra sistemi informativi e soprattutto dei medical device”: lo afferma Gianluca Giaconia (vicepresidente AIIC). Ovviamente non è un tema nuovo, perché AIIC affronta l’argomento dell’interoperabilità da anni, soprattutto con il coinvolgimento di Maurizio Rizzetto (esperto dell’Associazione) e di HIMMS, comunità professionale internazionale. Ma il tema sta divenendo sempre più cruciale perché il dato è diventato veramente l’oro del valore in sanità. Prosegue Giaconia: “il passo nuovo che dobbiamo compiere oggi è quello dell’interoperabilità tra i medical device ed i sistemi informativi: e su questo purtroppo c’è un po’ di ritardo. Facciamo un po’ di autocritica perché abbiamo necessità come ingegneri clinici di fare formazione e di aggiornarci su questo tema, ma c’è anche un po’ di ritardo anche da parte dell’industria perché i medical device spesso non hanno quegli standard di interoperabilità che invece oggi qualsiasi sistema informativo in sanità richiede. Questo è un limite che oggi non consente ad esempio di dialogare con gli standard più moderni – penso ad esempio allo standard Fast Healthcare Interoperability Resources – HL7 FIRE – con il fascicolo sanitario elettronico del futuro che prevederà non più i documenti, ma i dati”. Da Napoli quindi ecco il messaggio chiaro: entriamo nella fase due dell’interoperabilità. Per non perdere le occasioni offerte dallo sviluppo della sanità digitale.OVERVIEW TEMI 4: ED INOLTRE…. –  Al 25° Convegno AIIC si è poi parlato di criteri ESG, di Green procurement, di esperienze ospedaliere di sostenibilità ambientale, di telemedicina (tra le altre cose con tre progetti eccezionali: il progetto Telestroke ASL Salerno, presentato da Maria Biondina, ingegnere clinico dell’Asl salernitana, che ha l’obiettivo di offrire la stessa assistenza in location spoke di quella erogata negli hub dove è presente l’unità operativa di neurologia; il progetto Metacare, metaverso per la sanità territoriale della Asl 3 di Nuoro illustrato da Eleonora Marchi, ingegnere clinico dell’Asl 3, nato per supplire alla carenza di medici e raggiungere zone remote e isolate, tra cui anche le carceri; e il progetto TED: the intelligent doctor at your home, presentato da Massimo Giordano, dell’Università degli studi di Salerno un sistema basato sugli assistenti vocali, che migliorano interazione e aderenza alle terapie dei pazienti cronici, mantenendoli nel comfort abitativo). E non poteva mancare un approfondimento sulle stampanti 3D con Paolo Oliva (IRCCS Humanitas Research Hospital, Milano) che ha illustrato le realizzazioni del 3D innovazione hub soprattutto in ambito di artroscopia d’anca, oculistica e chirurgia oncologica del seno.OVERVIEW TEMI 5 – E IL MONDO DELLA PRODUZIONE? – Il mondo della produzione industriale è (in assoluta trasparenza) tra i protagonisti del Convegno, perché qui gli ingegneri clinici italiani hanno la possibilità di vedere-testare-approfondire-comprendere le realizzazioni più avanzate del settore. L’industria a Napoli ha poi ricevuto anche i suoi riconoscimenti, grazie al Premio Innovazione che ha permesso ai soci AIIC di selezionare i migliori progetti presentati dalle aziende. Tra queste sono state premiate Moviebell (categoria sanità digitale e AI), Medtronic (diagnostica-terapeutica-riabilitativa) e Native Digital (supporto-processo), mentre un gruppo di brand è stato selezionato per gli stand convegnistici più interattivi (GE, Philips, ASP, AbMedica, Olympus e Altamed). Il mondo dei produttori è stato anche rappresentato autorevolmente da Fabio Faltoni, neo-eletto presidente di Confindustria Dispositivi Medici che in sessione plenaria ha lanciato un appello: se vogliamo davvero che la sanità digitale italiana ed europea sia protagonista e non gregaria, dobbiamo creare un ambiente che accompagni l’innovazione, non che la rincorra a fatica. “Il nostro settore – ha detto Faltoni – ha implicazioni etiche, cliniche, sociali troppo rilevanti per rinunciare a regole. Ma serve un cambio di passo, serve praticità, velocità, realismo su alcuni aspetti regolatori, soprattutto a livello europeo: ci ingabbiamo da soli, nel momento in cui dovremmo invece correre”.https://www.youtube.com/watch?v=EWhv2OzMUQIhttps://www.youtube.com/watch?v=89KEZzuzOxs

 

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