Servier: ivosidenib, in combinazione con azacitidina, aumenta la sopravvivenza complessiva nella LMA

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Il New England Journal of Medicine (NEJM) ha pubblicato i risultati dello studio di fase 3 di ivosidenib di Servier. Lo studio AGILE è uno studio globale di Fase 3 in doppio cieco controllato con placebo per ivosidenib in combinazione con azacitidina in adulti con leucemia mieloide acuta (LMA) con mutazione di IDH1 non trattata in precedenza rispetto all’azacitidina in combinazione con placebo.

Lo studio ha raggiunto gli endpoint primari e tutti i principali secondari, compresa la sopravvivenza complessiva. Servier sta lavorando attivamente con la FDA e le autorità sanitarie di tutto il mondo per mettere a disposizione dei pazienti questa nuova indicazione.

“I pazienti con LMA con mutazione di IDH1 hanno una prognosi infausta con poche, se non nessuna, opzioni di trattamento, soprattutto per i pazienti di nuova diagnosi che non sono idonei alla chemioterapia intensiva,” afferma Susan Pandya, Vice President Clinical Development & Head of Cancer Metabolism Global Development Oncology & Immuno-Oncology, Servier Pharmaceuticals. “La pubblicazione dei risultati entusiasmanti dello studio AGILE sul NEJM, rafforza l’importanza clinica di questi dati e supporta la continua ricerca di Servier, al fianco dei pazienti con LMA con IDH1 mutato.”

La Leucemia Mieloide Acuta (LMA) è un tumore del sangue e del midollo osseo caratterizzato da una rapida progressione. E’ la leucemia acuta più comune tra gli adulti, con circa 20.000 nuovi casi negli Stati Uniti ogni anno. La maggior parte dei pazienti con LMA alla fine recidiva. La LMA recidivante o refrattaria ha una prognosi sfavorevole. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni è di circa il 29,5%1. Per il 6-10% dei pazienti, la LMA presenta mutazioni dell’enzima IDH1.

“Abbiamo rafforzato significativamente la nostra posizione in oncologia dopo l’acquisizione di successo dell’attività oncologica di Agios Pharmaceuticals nel 2021”, osserva Claude Bertrand, Executive Vice President, Research and Development, Servier. “Servier ha posto l’oncologia tra le sue priorità e investe più del 50% del suo budget di R&S alla lotta contro il cancro. Questa strategia avviata dal Gruppo sta portando risultati con nuovi trattamenti e future indicazioni per i pazienti con tumori difficili da trattare.”

I risultati dello studio AGILE
I dati dello studio AGILE mostrano che ivosidenib è la prima terapia mirata specifica per la mutazione IDH1 a dimostrare un miglioramento della sopravvivenza libera da eventi (EFS) e della sopravvivenza globale (OS) in combinazione con azacitidina rispetto ad azacitidina più placebo. Il trattamento con ivosidenib in combinazione con azacitidina ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo dell’EFS (hazard ratio [HR] = 0,33, intervallo di confidenza al 95% [CI] 0,16, 0,69, 1-sided P = 0,0011). La combinazione di ivosidenib con azacitidina ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nella OS (HR = 0,44 [95% CI 0,27, 0,73; 1-sided P = 0,0005), con una OS mediana di 24,0 mesi contro 7,9 mesi nel braccio placebo + azacitidina.

Inoltre, il tasso di remissione completa (CR) era del 47,2% (n = 34/72) per ivosidenib in combinazione con azacitidina rispetto al 14,9% (n = 11/74) per placebo più azacitidina (P < 0,0001). CR + remissione completa con tasso di recupero ematologico parziale (CR + tasso di CRh) era del 52,8% (n = 38/72) per ivosidenib in combinazione con azacitidina rispetto al 17,6% (n = 13/74) per placebo più azacitidina (P < 0,0001). Il tasso di risposta oggettiva (ORR) è stato del 62,5% (n = 45/72) per ivosidenib in combinazione con azacitidina rispetto al 18,9% (n = 14/74) per placebo più azacitidina (P < 0,0001).

Ivosidenib è attualmente approvato negli Stati Uniti come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da leucemia mieloide acuta (LMA) recidivante o refrattaria con mutazione di IDH1 e per adulti affetti da LMA con mutazione di IDH1 di nuova diagnosi di età ≥75 anni o con comorbilità che precludono l’adozione di chemioterapia intensiva a induzione. Recentemente, ivosidenib è stato approvato come prima e unica terapia mirata per i pazienti affetti da colangiocarcinoma con mutazione di IDH1 già trattato in precedenza.

Lo studio AGILE
AGILE è uno studio clinico globale, di fase 3, multicentrico, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, progettato per valutare l’efficacia e la sicurezza di ivosidenib in combinazione con azacitidina rispetto a placebo in combinazione con azacitidina, in pazienti adulti affetti da leucemia mieloide acuta (LMA) con mutazione di IDH1 non trattata in precedenza, che non sono candidati alla chemioterapia intensiva (≥75 anni o che presentano comorbilità che precludono l’adozione di chemioterapia intensiva a induzione).

L’endpoint primario dello studio è l’EFS (Event Free Survival), definita come l’intervallo di tempo compreso tra la randomizzazione e il fallimento del trattamento, la recidiva dalla remissione o il decesso per qualsiasi causa, a seconda di quale evento si verifichi prima. Il fallimento del trattamento è definito come mancato raggiungimento della remissione completa (complete remission, CR) entro la settimana 24.

Altri endpoint secondari importanti hanno riguardato: tasso di remissione completa (complete remission, CR), definito come percentuale di partecipanti che raggiungono una CR; sopravvivenza globale (OS), definita come l’intervallo di tempo compreso tra la data della randomizzazione e la data del decesso per qualsiasi causa; tasso di CR + CR con recupero ematologico parziale (CR + CRh), definito come la percentuale di partecipanti che raggiungono una CR o CRh; tasso di risposta obiettiva (objective response rate, ORR), definito come il tasso di CR, CR con recupero ematologico incompleto (CRi) (inclusa CR con recupero piastrinico incompleto [CRp]); remissione parziale (partial remission, PR); stato libero da leucemia morfologica (morphologic leukemia-free state, MLFS).

 

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