Roche Italia: al via il secondo ciclo di digital talk “Roche Now – connessi per la salute del futuro”

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Al via “Roche Now – connessi per la salute del futuro”, il secondo ciclo di digital talk di Roche Italia incentrato su sostenibilità del Sistema Sanitario e miglioramento di esiti e percorsi di cura, attraverso la digitalizzazione, telemedicina e prossimità di cura.

Con questa iniziativa, che vede come protagonista lo scienziato Ennio Tasciotti, attraverso interviste a esperti del settore Roche Italia vuole contribuire a spiegare, in maniera semplice, l’importanza di analizzare i dati di salute, per migliorare le cure e la programmazione, e di introdurre in modo sempre più efficace e sistematico le tecnologie digitali in ambito sanitario, anche a supporto di un’assistenza più prossima al paziente.

“Finalmente è chiaro a tutti che un sistema sanitario sostenibile e una medicina sempre più orientata verso la personalizzazione del percorso di cura richiedono un cambio di paradigma, un nuovo approccio organizzativo dei sistemi di salute pubblica, al cui interno un ruolo fondamentale spetta alla tecnologia digitale – afferma Dario Scapola, direttore dell’Integrated Access Management Roche Italia – In Roche già da qualche anno abbiamo compreso l’importanza di investire le nostre risorse e competenze non solo per sviluppare nuove soluzioni farmacologiche, ma anche per cercare nuove tecnologie in grado di facilitare a medici e pazienti la gestione del percorso di cura. L’intelligenza artificiale e i servizi tecnologici, infatti, rappresentano una risorsa eccezionale per la sostenibilità del nostro Sistema”.

Il nuovo ciclo di talk ‘Roche Now – connessi per la salute del futuro’ si sviluppa attraverso quattro video-pillole, mirate a generare maggiore consapevolezza sugli ampi concetti di sanità digitale e di cure di prossimità. Le interviste ad esperti del settore affrontano tematiche quali la digitalizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici, la disponibilità di dati strutturati e accessibili, l’assistenza territoriale e di prossimità, il monitoraggio continuo del paziente attraverso l’integrazione fra l’attività del medico e la medicina digitale.

“Per ottenere il massimo dei benefici che la tecnologia può apportare nel settore sanitario – sottolinea il conduttore Ennio Tasciotti, scienziato e direttore Human Longevity Program IRCCS San Raffaele Roma – è fondamentale disegnare una strategia digitale chiara e integrata. Oggi, noi attori del Sistema Salute abbiamo l’occasione di ridisegnare la medicina del futuro creando un modello nuovo in grado di apportare miglioramenti sostanziali in termini di gestione dei pazienti, incremento della qualità̀ della vita e diminuzione della spesa. Il tutto grazie all’innovazione tecnologica”.

Ogni puntata di Roche Now Talk 2, disponibile a partire dal 14 marzo a cadenza settimanale sui canali ufficiali di Roche Italia, vedrà come protagonisti esperti del Sistema Salute che, attraverso interviste condotte da Ennio Tasciotti, guideranno gli utenti alla scoperta della medicina del futuro.

“Dobbiamo immaginare l’intelligenza artificiale come un motore e i big data come il carburante che lo alimenta, per supportare processi di evoluzione mirati a produrre una trasformazione del ruolo della scienza medica – commenta Fidelia Cascini, ricercatrice e docente di Igiene e Sanità Pubblica all’università Cattolica di Roma, Esperta di sanità digitale incaricata dal Ministero della Salute, protagonista del secondo episodio – Il patrimonio informativo che i dati forniscono viene elaborato dall’intelligenza artificiale, come ad esempio sistemi di machine learning o reti neurali, creando modelli di previsione che possono supportare la diagnostica e la prevenzione, e che indirizzano la scienza medica sempre più verso la personalizzazione della cura e la medicina di precisione. Gli investimenti previsti dal PNRR – aggiunge – sono un’ottima occasione per immaginare un futuro in cui gli ospedali saranno centri di alta sofisticazione tecnologica e di eccellenza, a cui si affiancherà una medicina di territorio articolata in diverse strutture, in grado di seguire il paziente con particolare attenzione all’intero percorso di salute”.

Nel terzo appuntamento, il Presidente della Società Scientifica CIPOMO Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri, e direttore ASL Piacenza, Luigi Cavanna, afferma: “La medicina territoriale permette di lavorare in una fase pre-ospedaliera intercettando i bisogni dei pazienti precocemente, in questo modo si ottengono due grandi risultati: il primo, per il paziente stesso, che viene curato meglio se trattato a casa o presso strutture vicino al suo domicilio, il secondo, per il sistema sanitario, che non viene sovraccaricato. La prossimità delle cure produce un risparmio di tempo e risorse economiche, mentre la distanza dal centro di cura influenza in modo statisticamente significativo alcuni elementi fondamentali, causando una diagnosi tardiva, una terapia non appropriata, un esito meno preciso e una peggiore qualità di vita”.

“La possibilità di conoscere in modo oggettivo la vita clinica del paziente, tramite dati, elementi diagnostici, terapie farmacologiche o ospedaliere, che non viene più raccontata a un medico ma che il medico stesso può consultare direttamente, è il grande valore aggiunto della tecnologia applicata al Sistema Salute, unita all’elaborazione di un percorso diagnostico più mirato, anche attraverso lo studio di casi analoghi”, commenta nell’ultimo talk Giorgio Casati, Direttore Generale ASL Roma 2. Se un vantaggio della telemedicina è l’annullamento delle distanze fra strutture sanitarie e pazienti, l’ostacolo è invece la diffidenza: “Le persone – prosegue Casati – di fronte all’innovazione temono che i dati possano essere usati con finalità diverse da quelle dichiarate, oppure di non essere seguiti in modo efficace. L’obiettivo è non perdere di vista la persona e trasformare i piani di cura per le diverse patologie in un percorso individuale. Come? Attraverso lo svecchiamento degli attuali modelli organizzativi, nati da logiche di natura disciplinare, a favore di approcci più specialistici sul territorio basati su setting assistenziali differenziati”.

Su una migliore accessibilità ai servizi tramite la telemedicina, insiste infine Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro nazionale ISS per la telemedicina: “Bisogna trasmettere alle persone la consapevolezza che i medici curano anche se non hanno il paziente davanti, purché i sistemi siano ben organizzati e le tecnologie digitali a disposizione vengano distribuite in modo equilibrato sul territorio. La telemedicina non si esaurisce con la tele-visita e il teleconsulto, prestazioni rilevanti e utili ma che non costituiscono la parte più importante, che riguarda invece la raccolta dei dati clinici provenienti dalla vita quotidiana delle persone in modo nuovo e la capacità di organizzarli in sistemi digitali in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni. Serve senso di responsabilità da parte dei pazienti e grande professionalità e attenzione da parte dei clinici. La tecnologia non sostituirà i medici, saranno i medici che la sanno usare a sostituire quelli che non ne sono in grado”.

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