Pharma 2030: GLP-1, Cina e biologici in vetta

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L’industria farmaceutica globale si prepara a una nuova fase di espansione e trasformazione. A indicarne le direttrici è il 2025 World Preview Report di Evaluate Pharma, che aggiorna previsioni e tendenze fino al 2030. Secondo il report, le vendite mondiali di farmaci su prescrizione cresceranno con un tasso annuo composto di crescita (CAGR) superiore al 7%, guidate da cinque aree terapeutiche in forte sviluppo: agonisti GLP 1 per le malattie metaboliche, oncologia, immunologia, sistema nervoso centrale e cardiovascolare.

Cina: da outsider a protagonista
Un dato spicca su tutti: la Cina è passata in pochi anni da comprimario a protagonista. Se nel 2020 gli asset di origine cinese rappresentavano appena il 3% degli accordi globali di licensing, alla fine del 2025 sfioreranno il 40%. Un salto epocale, che riflette la crescente capacità innovativa del Paese del Dragone e la sua efficienza nel portare molecole in fase clinica. Nonostante i dazi, le tensioni commerciali e i cambiamenti normativi in atto negli Stati Uniti, Pechino conquista posizioni grazie anche all’ampia disponibilità di pazienti per gli studi clinici.

“I dati del nuovo report confermano molte tendenze già in atto, come la resilienza dei GLP 1, dei biologici e dell’immunologia”, osserva Daniel Chancellor, Vice President di Norstella, la holding a cui fa capo Evaluate Pharma, “ma si intravedono anche segnali di cambiamento strutturale, soprattutto guardando alla Cina. La competizione globale, le nuove dinamiche regolatorie e l’emergere di fonti alternative di innovazione cambieranno inevitabilmente il volto del settore farmaceutico”.

Agonisti GLP-1 sugli scudi
Tra i principali driver di crescita ci sono proprio gli agonisti GLP 1, la nuova gold rush dell’industria farmaceutica. Con un tasso di crescita annuo del 20% stimato tra il 2024 e il 2030, questi farmaci sono destinati a rappresentare circa il 9% delle vendite globali di farmaci su prescrizione entro la fine del decennio.

In prima fila c’è Eli Lilly, che punta a oltrepassare i 62 miliardi di dollari di vendite con Mounjaro e Zepbound, ovvero tre volte il fatturato record raggiunto da Humira (AbbVie) nel 2022, con 21 miliardi di dollari.

Più incerta, al momento, la corsa di Novo Nordisk con CagriSema (combinazione di cagrilintide e semaglutide), candidato tra i più promettenti della pipeline dell’azienda danese. I risultati del recente studio di fase III non hanno soddisfatto le attese e Novo Nordisk ha avviato un nuovo studio – denominato REDEFINE 11– con dosaggi differenti.

M&A rallentati dal quadro politico USA
Sul fronte delle fusioni e acquisizioni, invece, il report di Evaluate segnala un momento di pausa. L’incertezza legata alle politiche statunitensi su prezzi e tariffe ha frenato i mega deal, orientando il mercato verso operazioni che prevedono pagamenti iniziali più contenuti e una struttura finanziaria sempre più legata al raggiungimento di milestone.

Esemplare, in questo ambito, è il caso dell’accordo siglato ad aprile da Novartis, che ha versato a Regulus Therapeutics 800 milioni di dollari – con altri 900 milioni promessi in caso di successo regolatorio – per i diritti di farabursen, un oligonucleotide per la malattia renale policistica autosomica dominante.

Biologici leader di mercato
Sul versante dei prodotti i farmaci biologici continuano a guadagnare terreno. Nel 2024 rappresentavano già il 51% delle vendite mondiali di farmaci su prescrizione; nel 2030 potrebbero arrivare al 57%. Entro la fine del decennio oltre due terzi dei 100 farmaci più venduti al mondo saranno biologici. Un’ulteriore conferma del sorpasso ormai consolidato sulle small molecule, che però restano centrali nelle operazioni di M&A, a ragione dei costi produttivi più contenuti.

Una nuova era multipolare
Guardando al futuro, con un mercato globale che entro il 2030 potrebbe valere 1.600 miliardi di dollari, il pharma entra a pieno titolo in una nuova era multipolare. Innovazione, sostenibilità economica e geopolitica ridisegneranno gli equilibri globali. Anche l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista, se riuscirà a intercettare tempestivamente le traiettorie emergenti, accorciando al tempo stesso le filiere e investendo in ricerca e produzione avanzata.

 

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