Nonostante un contesto in netto ridimensionamento post-pandemia, Moderna sorprende mercato e investitori con un secondo trimestre 2025 meno negativo del previsto. I ricavi si sono attestati a 142 milioni di dollari, in calo del 41% rispetto allo stesso periodo del 2024, ma superiori alle stime degli analisti. A trainare questa piccola ripresa è stato Spikevax, il vaccino anti-COVID che ha portato nelle casse dell’azienda 114 milioni di dollari. La perdita netta si è fermata a 825 milioni, ben al di sotto della soglia di 1,16 miliardi prevista da Wall Street.
“Abbiamo avviato un piano di risparmio da 1,5 miliardi di dollari in due anni per riequilibrare i costi. Il pareggio di cassa è fissato per il 2028” — ha sottolineato il CFO Jamey Mock – “La pipeline sarà più mirata, con investimenti concentrati su asset ad alto potenziale basati sulla tecnologia mRNA”.
Nel segmento vaccini Moderna offre attualmente tre prodotti con piena approvazione FDA: Spikevax, il nuovo anti-COVID mNEXSPIKE, e mRESVIA, il vaccino RSV approvato lo scorso maggio.
La biotech punta forte sul candidato vaccino mRNA-1647 contro il citomegalovirus (CMV). I dati dello studio di fase III sono attesi entro la fine dell’anno. Sono stati inoltre inseriti nuovi endpoint secondari per valutarne l’impatto su popolazioni più ampie, comprese quelle con CMV congenito.
Il piano di risparmio varato da Moderna ha già portato a una riduzione del 43% dei costi di ricerca e sviluppo, scesi a 700 milioni di dollari nel secondo trimestre 2025.
Nonostante il miglioramento registrato nel Q2, la guidance per il 2025 è stata rivista al ribasso: i ricavi attesi sono ora compresi in una forchetta tra 1,5 e 2,2 miliardi di dollari, 300 milioni in meno rispetto alla precedente stima.
La revisione è dovuta principalmente allo slittamento delle forniture di vaccini COVID al Regno Unito, dal secondo semestre 2025 al primo trimestre 2026.