Malattia di Crohn, mercato in evoluzione

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L’avvento dei farmaci biologici, come Humira (adalimumab) di AbbVie, ha trasformato il trattamento dei pazienti con malattia di Crohn da moderata a grave, divenendo una delle principali opzioni di trattamento. Nel corso degli ultimi cinque anni, AbbVie si è guadagnata la leadership di questo mercato con vendite di Humira che hanno raggiunto i 2,7 miliardi di dollari nel 2022 nei principali mercati globali: Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia e Giappone.

Altri farmaci, come Stelara di Janssen e Entyvio di Takeda, hanno guadagnato quote significative di mercato con vendite rispettivamente di 2,1 miliardi di dollari e 1,7 miliardi di dollari negli otto principali mercati. A differenza di Humira, Stelara ed Entyvio sono generalmente prescritti come terapie di seconda o terza linea dopo il fallimento di adalimumab o di altri farmaci anti-TNF.

È probabile che, nei prossimi anni, i ricavi di queste terapie diminuiscano, in virtù di un’affermazione sempre più ampia dei biosimilari.

Inoltre sono in fase avanzata di sviluppo gli studi di molti candidati mirati alla terapia dei pazienti refrattari agli anti-TNF.

In particolare, i farmaci selettivi anti-interleuchina (IL)-23, come Tremfya (guselkumab) di Janssen e mirikizumab di Lilly, i cui lanci sono previsti nel 2025 e nel 2026 anni negli Stati Uniti e in Europa, potrebbero avere un impatto significativo su questo mercato.

Il futuro della terapia per la malattia di Crohn, dunque, sembra essere rappresentato da una forte concorrenzialità e da maggiore offerta terapeutica per i pazienti.

 

 

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