HealthTech Innovation hub: nasce il polo per lo sviluppo delle tecnologie mediche

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Mettere in pratica l’innovazione tecnologica nel settore dell’Health care per migliorare la salute delle persone e creare opportunità per i giovani e per le imprese. E’ questa l’idea alla base di HI – HealthTech Innovation hub, un polo dedicato allo sviluppo di Tecnologie per la salute presso il Centro Servizi Metrologici e Tecnologici Avanzati (CeSMA) del Complesso Universitario San Giovanni a Teduccio, reso possibile grazie alla collaborazione tra Medtronic Italia e l’Università Federico II di Napoli. Un modo quindi per mettere a sistema la formazione in ambito tecnologico, un’alleanza tra pubblico e privato per promuovere le competenze e le esperienze del territorio a livello nazionale e internazionale. Alla presentazione del progetto oggi, in modalità virtuale, sono intervenuti Matteo Lorito, Magnifico Rettore Università degli Studi di Napoli Federico II, Michele Perrino, Presidente e Amministratore Delegato Medtronic Italia, Gaetano Manfredi, Ministro Università e Ricerca, Leopoldo Angrisani, Direttore CSMA Centro Servizi Metrologici e Tecnologici Avanzati Università di Napoli Federico II e Giovanni Esposito, Direttore Cardiologia AOU Università di Napoli Federico II.

L’invecchiamento della popolazione e le malattie croniche causano, ormai da anni, un aumento dei costi sanitari, minando la capacità di fornire cure adeguate a milioni di persone. La pandemia Covid-19 ha accelerato tutte le trasformazioni in atto, ribadendo l’importanza della centralità della cura e dell’assistenza come temi chiave per lo sviluppo del Paese.

Per rispondere a queste sfide, HealthTech Innovation hub (HI) intende creare un ecosistema di conoscenza aperta e condivisa che includa i giovani neolaureati, i centri di ricerca, le imprese e il territorio con l’obiettivo di accelerare l’innovazione al servizio della salute delle comunità creando opportunità e occupazione. Tra i primi progetti di HI prende il via in questi giorni il Master MAKE Napoli | Medtronic Advanced Knowledge Experience, un percorso formativo destinato a studenti laureati in materia scientifiche ed economico sociali, residenti nel Sud Italia.

Il nuovo Master Make Napoli pone particolare attenzione all’area delle tecnologie per la salute ed è fortemente integrato con il contesto produttivo e industriale nazionale e internazionale. Gli studenti potranno approfondire temi e contenuti di frontiera che la pandemia in corso ha reso ancor più attuali e fondamentali per la crescita del nostro Paese. Vogliamo così sviluppare le competenze necessarie per comprendere, interpretare e guidare il futuro post-Covid. Il Master postuniversitario MAKE rappresenta il primo passo di un più ampio e ambizioso progetto del HealthTech Innovation hub (HI) che intende promuovere la collaborazione con altri attori già presenti all’interno del Campus.

A dicembre arriverà in HI il progetto Hack for Med Tour, www.hackformed.com, un hackathon itinerante di tre tappe volto a ricercare e supportare progettualità innovative nel mondo Healthcare che possano incubarsi nell’Ateneo napoletano. La tappa di Napoli si concentrerà sui temi del connected care, big data e analytics e su come essi possono contribuire a generare nuove cure e migliore gestione assistenziale.

L’hackathon sarà aperto a tutti coloro in grado di portare innovazione originale, significativa e di valore in ambito Healthcare e consentirà l’accesso ad un programma di accelerazione personalizzato, garantendo la nascita e lo sviluppo di realtà aziendali di riferimento nel settore Medtech. In particolare, giovani imprenditori, neolaureati o laureandi, start up e tutti coloro che intendono sviluppare progetti innovativi e di valore in ambito Medtech e che si sfideranno tra di loro.

“L’Ateneo Federico II aggiunge un nuovo tassello al suo palmares di iniziative di promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico a beneficio del tessuto industriale, economico e sociale del nostro Paese”, ha spiegato Matteo Lorito, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. “Il nuovo Hub HI Healthtech Innovation Hub, in sinergia con un grande player di levatura internazionale come Medtronic, mira ad essere una fucina di nuove soluzioni tecnologiche in ambito Healthcare, per meglio coniugare un nuovo paradigma di prossimità dei percorsi terapeutici, di interesse strategico se relazionato al corrente scenario emergenziale. L’iniziativa è pensata in ottica ‘Open Innovation’, per attrarre altre imprese che credono e vogliono investire nell’iniziativa, e per stimolare e promuovere, grazie anche ad azioni formative mirate, nuove idee imprenditoriali”.

“Napoli è parte fondamentale del nostro programma Medtronic Open Innovation Lab – ha dichiarato Michele Perrino, Presidente e Amministratore Delegato di Medtronic Italia, azienda di riferimento mondiale per le tecnologie, i servizi e le soluzioni mediche – Insieme all’Università Federico II di Napoli ed altre Istituzioni ed Aziende che si aggiungeranno nei prossimi mesi, intendiamo portare un contributo significativo alla crescita del settore LifeScience in Italia. Napoli è uno dei quattro Laboratori italiani con Milano, Mirandola e Lecce per lo sviluppo, la connessione e la libera circolazione delle idee e del talento al servizio dell’innovazione biomedicale”.

“Come tutti gli eventi traumatici, la pandemia rappresenta un grande acceleratore di processi in atto – ha detto Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca – Il Covid ha fatto emergere punti di forza e di debolezza dei vari sistemi e ha fatto capire a tutti che ci sono delle priorità, come quella di mettere al centro la competenza come motore economico e di benessere collettivo. Il campo della medicina ben si presta a questa percezione da parte della società, tutti ne comprendono il valore. C’è la necessità di combinare formazione curriculare ed extracurriculare, perché l’innovazione oggi non può aspettare i tempi della codifica formale delle carriere, e lavorare sul tema della contaminazione, quindi persone che mettono le rispettive competenze in vista di un obiettivo comune. Nel caso specifico, la grande tradizione italiana in campo medico e il mondo delle nuove tecnologie. Ciò anche nell’ottica di una trasformazione della nostra sanità: in una società sempre più anziana, è necessario sviluppare una medicina di prossimità proprio grazie alle nuove tecnologie, abbandonando progressivamente la visione ospedalocentrica oggi imperante. Un grande vantaggio sia per il paziente che per lo Stato che deve erogare i servizi”.

Questo rappresenta una “occasione unica e importante soprattutto per il momento che stiamo vivendo”, ha spiegato Giovanni Esposito, Direttore Cardiologia AOU Università di Napoli Federico II. “La pandemia ci ha insegnato che la vicinanza fisica non sempre è possibile. C’è una forte esigenza di abbandonare il concetto di formazione verticale per abbracciare una formazione orizzontale”, a 360 gradi. Questo polo è l’esempio di come cambiare approccio: “qui tutte le tecnologie possono essere costruite non solo per la formazione ma anche essere messe in pratica”.

“Il Campus fonda le sue radici nell’innovazione quindi qui c’è terreno fertile per questi progetti”, ha aggiunto Leopoldo Angrisani, Direttore CSMA Centro Servizi Metrologici e Tecnologici Avanzati Università di Napoli Federico II. “Stiamo cercando di creare iniziative che vanno ad esser settori applicativi delle tecnologie avanzate”. Il problema della distanza con i pazienti rende indispensabile portare le tecnologie vicine alle persone per far in modo che queste si sentano “circondate di attenzioni” reali. Serve quindi pensare ad un “nuovo concetto di prossimità della cura del paziente”.

Tutti concordi poi nel sostenere che serve una spinta al cambiamento che la pandemia ha imposto e impone tutt’ora. Come il Covid ha evidenziato con forza, un sistema sanitario basato sull’ospedale non è più sostenibile e serve necessariamente spostare l’attenzione sul territorio e sulla medicina di prossimità. Per fare questo,  per mettere a sistema “l’integrazione tra ospedale e territorio, servono le tecnologie”, ha aggiunto Michele Perrino.

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