Ancora evidenze positive per trastuzumab deruxtecan da due studi presentati da Daiichi Sankyo e AstraZeneca al Congresso ESMO 2025 a Berlino.
Lo studio di Fase III DESTINY-Breast05 ha fatto registrare un miglioramento altamente significativo, sia dal punto di vista statistico sia clinicamente, della sopravvivenza libera da malattia invasiva (IDFS) nei pazienti ad alto rischio di recidiva di tumore al seno HER 2 + in stadio precoce. Lo studio ha confrontato trastuzumab deruxtecan con trastuzumab emtansine (T-DM1) come trattamento post-neoadiuvante (dopo la chirurgia) nei pazienti con tumore del seno precoce HER2+ con malattia invasiva residua nella mammella e/o nei linfonodi ascellari dopo il trattamento neoadiuvante.
Trastuzumab deruxtecan ha ridotto significativamente il rischio di recidiva di malattia invasiva o di morte del 53% rispetto a T-DM1 (hazard ratio [HR] per IDFS 0,47; intervallo di confidenza [IC] 95% 0,34-0,66; p<0,0001). A tre anni, il 92,4% dei pazienti nel braccio trastuzumab deruxtecan era vivo e libero da malattia invasiva, rispetto all’83,7% del braccio T-DM1. I dati sono risultati coerenti in tutti i sottogruppi predefiniti.
Il farmaco ha anche ridotto il rischio di recidiva a distanza (DRFI) del 51% e il rischio di metastasi cerebrali (BMFI) del 36% rispetto a T-DM1. La sopravvivenza globale (OS) non era matura al momento dell’analisi ad interim (maturità 2,9% al cut-off dei dati) e sarà valutata nelle analisi future (HR 0,61; IC 95% 0,34-1,10).
“Nel 2024, in Italia, sono stati stimati quasi 53.700 nuovi casi di carcinoma della mammella, il più frequente nella popolazione – commenta Giampaolo Bianchini, Professore associato e responsabile del Gruppo mammella dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – Per le pazienti con malattia residua dopo il trattamento neoadiuvante, il setting post-neoadiuvante rappresenta una seconda opportunità cruciale di ridurre il rischio di recidiva. Nello studio DESTINY-Breast05 trastuzumab deruxtecan ha ridotto il rischio di recidiva e di morte del 53% rispetto all’attuale standard con T-DM1. Questi risultati, insieme ai dati sulla sicurezza, hanno il potenziale per trasformare la pratica clinica nel setting post-neoadiuvante per le pazienti ad alto rischio, con la possibilità che trastuzumab deruxtecan stabilisca un nuovo standard di cura”.
Lo studio DESTINY-Breast05 è stato condotto in collaborazione con NSABP, German Breast Group (GBG), Arbeitsgemeinschaft Gynäkologische Onkologie (AGO-B) e SOLTI Breast Cancer Research Group.
Lo studio DESTINY-Breast11
Al Congresso ESMO sono stati presentati anche i risultati positivi dello studio di Fase III DESTINY-Breast11. Lo studio ha valutato trastuzumab deruxtecan seguito da paclitaxel, trastuzumab e pertuzumab (THP) nel setting neoadiuvante, cioè prima della chirurgia, in pazienti con tumore al seno in fase iniziale localmente avanzato HER2+ ad alto rischio. L’obiettivo era confrontare questo regime con lo standard di cura ddAC-THP (doxorubicina e ciclofosfamide dose-dense seguiti da THP).
La risposta patologica completa (pCR) – assenza di cellule tumorali invasive nel tessuto mammario e nei linfonodi dopo trattamento – è stata raggiunta nel 67,3% dei pazienti trattati con trastuzumab deruxtecan seguito da THP, rispetto al 56,3% con ddAC-THP, con un miglioramento assoluto dell’11,2%.
Il beneficio è stato osservato in tutti i sottogruppi predefiniti:
- Recettore ormonale positivo (HR+): 61,4% vs 52,3%
- Recettore ormonale negativo (HR-): 83,1% vs 67,1%
Inoltre, considerando il carico di malattia residua (RCB 0+I) – pazienti senza malattia invasiva residua o con minima malattia – l’81,3% delle pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan seguito da THP non presentava o presentava minima malattia residua, contro il 69,1% del braccio di confronto.
L’endpoint secondario di sopravvivenza libera da eventi (EFS), che considera recidiva, comparsa di un secondo tumore o morte, non era maturo (maturità 4,5%), ma un’analisi preliminare ha mostrato una tendenza favorevole al trattamento con trastuzumab deruxtecan seguito da THP (HR 0,56; IC 95% 0,26-1,17).
Questo approccio evidenzia il potenziale di trastuzumab deruxtecan come nuovo standard nel setting neoadiuvante, migliorando i tassi di risposta patologica completa e riducendo la malattia residua, due indicatori chiave per ridurre la recidiva e migliorare la prognosi a lungo termine nelle pazienti ad alto rischio.
I commenti sugli studi
“Per le pazienti con tumore al seno precoce ad alto rischio di recidiva di malattia, utilizzare l’opzione terapeutica più efficace prima possibile è fondamentale per prevenire la recidiva, ottimizzare la sicurezza e migliorare il potenziale di cura – spiega Alessandra Fabi, Responsabile Medicina di Precisione in Senologia, Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli IRCCS di Roma – Sebbene il raggiungimento di una risposta patologica completa nel tumore al seno HER2+ in stadio precoce sia fondamentale per ridurre la recidiva della malattia e migliorare la prognosi a lungo termine, circa la metà delle pazienti continua a mostrare segni di malattia residua dopo l’intervento chirurgico con le opzioni terapeutiche neoadiuvanti attualmente disponibili. Nello studio DESTINY-Breast11, più dei due terzi delle pazienti hanno mostrato una risposta patologica completa con trastuzumab deruxtecan seguito da THP, indicando un potenziale nuovo standard di cura nel setting neoadiuvante per le pazienti con tumore al seno precoce HER2+ ad alto rischio”.
“Trastuzumab deruxtecan ha già cambiato la storia naturale del carcinoma mammario – sottolinea Giuseppe Curigliano, Presidente eletto ESMO, Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo IEO di Milano – Gli importanti risultati degli studi DESTINY-Breast05 e DESTINY-Breast11 evidenziano l’efficacia di questo anticorpo farmaco-coniugato anche nella malattia in stadio precoce. Infatti, l’obiettivo del trattamento nel tumore al seno in fase iniziale è offrire alle pazienti le migliori possibilità di guarigione, ottimizzando al contempo la tollerabilità delle cure. I risultati dello studio DESTINY-Breast05 dimostrano un chiaro beneficio di trastuzumab deruxtecan rispetto all’attuale standard terapeutico nelle pazienti con tumore al seno in fase iniziale HER2+ ad alto rischio dopo l’intervento chirurgico, migliorando la possibilità di ottenere benefici a lungo termine. Dall’altro lato, i risultati dello studio DESTINY-Breast11 dimostrano che il trattamento con trastuzumab deruxtecan seguito da THP, prima dell’intervento chirurgico, non ha evidenziato alcuna traccia di malattia invasiva residua in due terzi delle pazienti. Si tratta del primo regime in oltre un decennio in grado di migliorare significativamente i risultati nel setting terapeutico precoce del tumore al seno HER2+”.