Bourla (CEO Pfizer): continueremo a crescere per tutto il decennio

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Grazie al vaccino arrivato presto sul mercato e al farmaco Paxlovid, Pfizer è l’azienda farmaceutica che ha raccolto di più dalla pandemia.
Ma nonostante gli enormi passi avanti fatti, gli scienziati pensano che sia “improbabile che il virus SARS-CoV-2 venga completamente eradicato nel futuro”, come ha spiegato alcuni giorni fa il CEO dell’azienda americana, Albert Bourla, nel corso della comunicazione dei dati trimestrali.

Questo perché la diffusione a livello globale del virus rende difficile il contenimento. Inoltre, il virus ha la capacità di ‘mutare spesso’, il che rende difficile per le aziende stare al passo, e le infezioni naturali non danno la protezione duratura necessaria per fermare mutazioni e diffusione.

L’anno scorso, le vendite per l’intero anno di Pfizer sono state di 81,3 miliardi di dollari, con quasi 37 miliardi che sono arrivati dal vaccino contro il COVID-19. Per il futuro, l’azienda prevede vendite totali di Comirnaty e di Paxlovid pari a 54 miliardi di dollari, di cui 32 miliardi solo dal vaccino. Per quel che riguarda il farmaco antivirale, Pfizer prevede di produrre sei milioni di cicli di terapia durante il primo trimestre del 2022 e, complessivamente, 30 milioni di cicli nella prima metà del 2022 e 120 milioni di cicli per l’intero anno.

Escludendo le vendite legate al COVID-19, i ricavi per l’intero anno di Pfizer sono cresciuti del 6% lo scorso anno, arrivando a 44,4 miliardi di dollari. Alcuni prodotti hanno conosciuto, però, dei cali nelle vendite, come il vaccino contro lo pneumococco Prevnar, un tempo il prodotto più venduto di Pfizer, che ha subito un calo delle vendite globali del 25% negli ultimi tre mesi del 2021, in virtù del fatto che diversi Paesi che hanno dato priorità alle vaccinazione contro il COVID-19.

Bourla è fiducioso, però, che la sua azienda continuerà a crescere fino alla fine del decennio, nonostante alcune perdite di brevetti in vista. A partire dal 2024, per esempio, scadranno i brevetti di Inlyta e Xeljanz, e poi quelli di Eliquis, Ibrace e Xtandi, nella seconda metà del decennio, e l’azienda cercherà di contrastare queste perdite, almeno in parte, attraverso acquisizioni.

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