Nuove, positive evidenze per Ofev (nitendanib), farmaco messo a punto da Boeringher Ingelheim per la Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF). Nel corso dell’edizione 2018 del Congresso Annuale dell’American Thoracic Society (ATS 2018), la pharma tedesca ha presentato l’analisi dei dati combinati dei due studi di Fase III INPULSIS e di quello di Fase II TOMORROW. Questi studi hanno confrontato la mortalità nei pazienti trattati con nintedanib o placebo e il tasso di mortalità previsto a un anno per stadio GAP. GAP è un metodo utilizzato per predire la prognosi della IPF sulla base dell’età, del sesso e della funzionalità polmonare. Nella popolazione di pazienti (1.228) la mortalità osservata in ciascun gruppo di trattamento è stata inferiore rispetto a quella predetta sulla base dello stadio GAP al basale (nintedanib: 42 contro 89,9; placebo: 41 contro 64,2). Nel gruppo nintedanib la mortalità osservata è stata il 46,7% di quella predetta sulla base dello stadio GAP, mentre nel gruppo a placebo è stata il 63,9% di quella predetta. Sulla base di queste differenze, l’analisi suggerisce che il trattamento con nintedanib potrebbe essere associato a una riduzione relativa del rischio di mortalità, a un anno, del 26.8% rispetto al placebo.In un’analisi separata dei dati degli studi INPULSIS, un maggior declino della funzionalità polmonare è stato associato al peggioramento della qualità di vita correlata allo stato di salute (HRQoL), riferita dal paziente, in una valutazione basata su funzionalità respiratoria, dispnea, tosse ed espettorato, e altri aspetti indicativi di qualità di vita. L’analisi dei dati combinati dei pazienti trattati con nintedanib o placebo dimostra che i pazienti con declino della FVC >10% del predetto, indipendentemente dal trattamento, hanno avuto un deterioramento nei vari aspetti della qualità di vita, correlata allo stato di salute.
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