BMS nello spazio per studiare la bioproduzione

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La navicella cargo Dragon di SpaceX, partita alcuni giorni fa da Cape Canaveral, a bordo non aveva solo rifornimenti per la Stazione Spaziale Internazionale, ma anche alcuni materiali di Bristol Myers Squibb.

Il progetto di BMS per lo studio della cristallizzazione di composti bioterapeutici in microgravità è uno dei circa 20 progetti di ricerca che si svolgeranno a bordo della navicella.

Lo spazio offre un “ambiente unico per la cristallizzazione che non è disponibile sulla Terra, vista la completa assenza di sedimentazione e convezione”, afferma Robert Garmise, leader del progetto di ricerca BMS sulla stazione spaziale.

La “missione” della big pharma USA mira a ottenere cristalli con maggiore “uniformità”, in grado di rendere più efficienti i processi di produzione dei farmaci. “In futuro, speriamo di continuare a far progredire le nostre conoscenze sulla cristallizzazione dei farmaci in microgravità, per poi applicarle a modalità più ampie”, sottolinea Garmise.

BMS non è l’unica azienda a lavorare su progetti di produzione di farmaci nello spazio.

Redwire Corporation, un’azienda con sede in Florida che produce infrastrutture spaziali, sta sviluppando una tecnologia per la produzione di farmaci nell’orbita terrestre e ha stretto una partnership con Eli Lilly per condurre i primi esperimenti.

Il progetto, denominato Bio-crystal Optimization Xperiment, o PIL-BOX, offre a clienti commerciali e ricercatori una piattaforma in microgravità per migliorare potenzialmente lo sviluppo di farmaci e di altri prodotti.

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