È stata condotta una nuova analisi dello studio CVD-REAL, un ampio studio real world evidence che ha valutato il rischio di morte da tutte le cause (ACD), l’ospedalizzazione per scompenso cardiaco (hHF), l’infarto (infarto del miocardio o MI) e lo stroke nei pazienti con diabete di tipo 2 (T2D) che hanno ricevuto il trattamento con inibitori di SGLT-2 (SGLT-2i), incluso Farxiga (dapagliflozin), rispetto ad altri farmaci ipoglicemizzanti. La nuova analisi (CVD-REAL 2) ha valutato i dati di più di 400.000 pazienti in 6 Paesi (Australia, Canada, Israele, Giappone, Singapore e Corea del Sud), il 74% dei quali non aveva un storia di malattia cardiovascolare. I risultati hanno mostrato che in questa ampia popolazione di pazienti con diabete di tipo 2, il trattamento con gli inibitori SGLT-2 (dapagliflozin, empagliflozin, ipragliflozin, canagliflozin, tofogliflozin o luseogliflozin) è stato associato ad una diminuzione del rischio di tutte le cause di morte del 49%, del 36% dello scompenso cardiaco, del 19% dell’infarto del miocardio e del 32% dello stroke (p≤0.001 per tutti) rispetto ad altri farmaci per il trattamento del diabete di tipo 2. Inoltre, è stato riscontrato un rischio più basso del 40% dell’endopoint sullo scompenso cardiaco o sulla morte da tutte le cause (p<0.001).
Notizie correlate
-
RFK Jr, atto secondo: nomina 8 nuovi membri per l’ACIP dei CDC
Pochi giorni dopo aver azzerato l’Advisory Committee on Immunization... -
Parkinson: da FDA via libera a sperimentazione nuova terapia genica
La FDA ha autorizzato l’avvio della sperimentazione clinica per... -
Addio ad Antonio Morelli, per 26 anni “voce” di Farmindustria
“Farmindustria comunica con profondo dolore e cordoglio la scomparsa...