Le aziende biofarmaceutiche impegnate nello sviluppo di farmaci innovativi contro la malattia di Alzheimer hanno conosciuto un’impennata delle operazioni di acquisizione negli ultimi anni, con un aumento del valore complessivo delle transazioni di oltre il 780%, passando dai 2 miliardi di dollari nel 2022 ai circa 18 miliardi nel 2024.
Il trend è proseguito felicemente anche nel 2025, con un valore totale delle acquisizioni che ha raggiunto i 16,8 miliardi di dollari nei primi cinque mesi dell’anno, a dimostrazione che quella dell’Alzheimer è un’area prioritaria per il rafforzamento delle pipeline più avanzate. Tutto questo emerge da un rapporto del Pharma Intelligence Center Deals Database di GlobalData.
Lo stato dell’arte
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall’accumulo di placche di beta-amiloide (Aβ) e grovigli neurofibrillari di proteina tau nel cervello, che portano al deterioramento cognitivo. I trattamenti attualmente disponibili offrono solo un sollievo sintomatico moderato per demenza e agitazione, ma non rallentano la progressione della malattia.
Il farmaco più venduto nel 2024 è stato Aricept (donepezil cloridrato) in formulazione orale — co-commercializzato da Eisai e Pfizer — che ha portato nelle casse delle due aziende circa 165 milioni di dollari.
Negli ultimi decenni la ricerca e sviluppo nell’ambito della malattia di Alzheimer ha segnato il passo, principalmente a causa dei tanti fallimenti dei trial clinici.
Tuttavia, la recente disponibilità di anticorpi monoclonali anti-Aβ come Leqembi (lecanemab) di Eisai e Biogen (2023) e Kisunla (donanemab) di Eli Lilly (2024), ha riacceso l’interesse delle aziende nello sviluppo di farmaci più efficaci e sicuri, con l’obiettivo di rallentare o arrestare la progressione della malattia anche nelle fasi avanzate.
La reazione del mercato
A partire dal 2022 le operazioni di fusioni e acquisizioni relative a farmaci innovativi per l’Alzheimer hanno mostrato una crescita sostenuta anno su anno, con un valore complessivo aumentato di otto volte nel biennio concluso nel 2024.
A maggio di quest’anno sono già stati totalizzati 16,8 miliardi di dollari in operazioni finanziarie, trainate in gran parte dall’acquisizione da 14,6 miliardi di dollari di Intra-Cellular Therapies da parte di Johnson & Johnson, che ha portato nella pipeline della pharma del New Jersey il candidato ITI-1284, attualmente in Fase II di studio per il trattamento dell’agitazione e della psicosi associate alla malattia di Alzheimer.
Nel dicembre 2024 AbbVie ha concluso l’acquisizione da 1,4 miliardi di dollari di Aliada Therapeutics, che ha compreso la cessione dell’anticorpo anti-beta-amiloide piroglutammato (3pE-Aß) ALIA-1758, in Fase I di studio. Il farmaco punta a differenziarsi grazie a una tecnologia innovativa di somministrazione in grado di superare la barriera ematoencefalica.
Infine, nel maggio 2025, Sanofi ha concluso l’acquisizione da 470 milioni di dollari di Vigil Neuroscience, operazione che le ha consentito di inserire nella propria pipeline di neuroscienze l’agonista orale del recettore TREM2 VG-3927, il cui avvio della Fase II di studio è già stato pianificato.