AIM: in Italia è necessaria una definizione normativa di medicinale di importazione parallela

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Sebbene il commercio parallelo dei farmaci sia previsto dal Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, in Italia – ancora oggi – manca una definizione normativa di “medicinale di importazione parallela” ed è quindi prioritario introdurre questa modifica al codice dei medicinali ad uso umano (d.lgs. n. 219/2006).

Questa è la richiesta avanzata dall’Associazione Importatori Medicinali Italia (AIM) nel corso dell’Audizione al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 in Commissione Industria del Senato.

“Se da un lato – ricorda il Presidente di AIM, Gian Maria Morra – la procedura di immissione sul mercato e la determinazione del relativo prezzo di un farmaco è ben disciplinata, dall’altro lato non vi è traccia di un preciso chiarimento relativamente alla dicitura ‘importazione parallela di medicinali’; che a questo punto auspichiamo possa essere inserito sotto la terminologia di derivazione europea ‘distribuzione parallela’, al fine di fugare ogni possibile equivoco e inquadrare correttamente l’attività che consiste – per l’appunto – nella distribuzione, in Italia, di medicinali commercializzati negli altri Stati europei e che possiedono lo stesso profilo di sicurezza ed efficacia.”

Una lacuna normativa che, secondo AIM, deve essere colmata per valorizzare un settore che rappresenta una leva importante di concorrenzialità nel mercato farmaceutico, in linea con gli obiettivi che l’Agenzia Italiana del Farmaco intende perseguire . Un settore, inoltre, che in Europa vale circa 5,5 miliardi di euro all’anno ma che nel nostro Paese non è ancora stato messo a sistema.

“Non a caso – continua Morra – a marzo dello scorso anno la stessa AIFA, credendo fortemente in questo comparto, ha provveduto, per i farmaci a carico del Ssn, ad adottare una procedura semplificata di negoziazione del prezzo e rimborso dei medicinali di importazione parallela quando il costo al pubblico viene ribassato del 7% rispetto a quello del prodotto corrispondente e già commercializzato in Italia.”

Durante l’Audizione AIM ha inoltre segnalato come “uno snellimento dell’iter burocratico-autorizzativo, in caso di carenza di un farmaco, sia necessario per rispondere in modo più rapido, e meno oneroso, alle esigenze dei pazienti”; evento verificatosi di recente con l’indisponibilità dell’azitromicina sugli scaffali delle farmacie. Inoltre, le farmacie – quali primi presidi sanitari territoriali – potrebbero svolgere un ruolo centrale nella segnalazione e nell’approvvigionamento dei medicinali momentaneamente irreperibili.

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