Un nuovo rapporto di Mc Kinsey e dell’Università di Harvard stima che vari tipi di Intelligenza Artificiale, dall’apprendimento automatico (ML) all’elaborazione del linguaggio naturale (NLP), potrebbero far risparmiare a un sistema sanitario come quello degli USA dai 200 ai 360 miliardi di dollari. Inoltre, potrebbero migliorare l’esperienza del paziente e la soddisfazione del medico, ampliando al contempo l’accesso all’assistenza.
Gli esperti del settore sanitario non sono ostili nei confronti della tecnologia, soprattutto se dal suo uso può derivare una riduzione dei costi delle attività amministrative. L’Intelligenza Artificiale può affrontare tali compiti proprio a causa della loro natura manuale e ripetitiva.
Entrando in corsia, l’AI può invece prevedere le riammissioni evitabili in modo che i care manager possano intervenire in anticipo. Secondo il rapporto citato, laddove l’AI è stata utilizzata in questo campo, le visite di follow-up sono aumentate del 40% e le riammissioni in ospedale per tutte le cause sono diminuite del 55%.
Un altro obiettivo sanitario per migliorare la produttività con l’AI ruota attorno agli interventi chirurgici. Prendiamo la sala operatoria dell’ospedale, una risorsa critica che non è sempre gestita in modo ottimale. Molte ore si perdono a causa di tecniche di pianificazione scadenti, stime imprecise dei tempi chirurgici e processi faticosi per liberare e riassegnare le sale.
Un grande ospedale regionale, secondo un caso di studio citato nel rapporto, aveva perso volumi di prestazione chirurgiche rispetto ad altri ospedali. Utilizzando un algoritmo di Intelligenza Artificiale, l’ospedale è stato in grado di ottimizzare la pianificazione dei blocchi di sala operatoria, con conseguente aumento del 30% del tempo dedicato agli interventi chirurgici.
