Stando a un nuovo rapporto dell’agenzia Zenith di Publicis Media, è tempo che i professionisti del marketing farmaceutico guardino oltre la TV.
Le previsioni dei budget per gli annunci pubblicitari di natura sanitaria prevedono un calo della spesa per il medium TV.
Lo scorso anno negli USA i costi delle aziende sanitarie per gli annunci televisivi, quelle che spendono di più rispetto ad altri settori, hanno rappresentato il 54,7% della spesa farmaceutica, rispetto al 30,8% della spesa pubblicitaria di altri settori, ma si stanno riducendo più rapidamente rispetto ad altri.
Negli Stati Uniti le pharma stanno già cercando di cambiare il paradigma dell’advertising trasferendolo dalla TV al digitale, guidate in parte dalla spinta del Governo per abbassare i prezzi attraverso tentativi come divulgare quelli dei farmaci nelle pubblicità televisive.
Questa norma specifica, voluta dall’amministrazione Trump, è stata bloccata in tribunale quest’estate, ma la pressione su questo argomento è improbabile che si riduca. Se a questo si aggiunge il fatto che la pubblicità digitale possiede migliori capacità di targeting e di personalizzazione, appare evidente come la TV inizi a sembrare un posto meno attraente per spendere dollari in spot.
Le aziende farmaceutiche multinazionali sono abituate a esplorare le possibilità della pubblicità digitale al di fuori degli Stati Uniti perché in molti Stati esteri sono vietate le pubblicità televisive per i medicinali soggetti a prescrizione. Per questo motivo i grandi player della farmaceutica hanno ormai un’esperienza sufficiente per capire come e quando affrontare la ricollocazione dei budget dalla TV al digitale. È probabilmente arrivato il momento giusto.
Un altro fattore di accelerazione verso questa trasformazione è la riduzione dei soldi a disposizione del marketing per la pubblicità dei farmaci. Infatti, poiché le aziende farmaceutiche devono far fronte a una crescita diminuita e a rendimenti ridotti, dovranno modificare anche le strategie di investimento in marketing e adv.