Linee guida ESG, la ricetta di Egualia

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Metà delle aziende associate a Egualia pubblica un report di sostenibilità. Il 60% ha figure dedicate all’ESG e un quarto ha già integrato una strategia green nella pianificazione industriale. Risultati incoraggianti, ma con un limite: solo il 28% dei fornitori è dotato di un bilancio di sostenibilità.

È a partire dall’analisi di questi dati che sono nate le “Linee guida per l’implementazione di pratiche di sostenibilità nella declinazione ESG”, presentate martedì 16 settembre a Roma durante l’evento “We Take Care. ESG secondo Egualia: valori, azioni, risultati”.

Frutto di un percorso avviato nel 2022 con Nomisma, tra formazione, mappature e analisi delle imprese associate, il documento introduce indicatori concreti per misurare e verificare gli impegni ESG lungo tutta la filiera, a partire dai fornitori dai quali dipendono i due terzi dell’impatto ambientale, sociale e di governance di un’azienda farmaceutica. Le linee guida offrono un framework operativo per integrare i criteri ESG nella strategia industriale e nella gestione della supply chain, fattore strategico per ridurre i rischi e garantire la continuità produttiva dei farmaci essenziali.

“Le nostre linee guida nascono in un contesto europeo in rapido cambiamento, con la CSRD che impone obblighi sempre più stringenti – spiega Stefano Collatina, presidente dell’associazione delle aziende produttrici di medicinali fuori brevetto – Per le PMI il rischio è di essere schiacciate da burocrazia senza strumenti adeguati: il nostro obiettivo è accompagnare le aziende in un percorso che trasformi l’ESG in opportunità competitiva.”

Continua Collatina: “Restano, però, diversi aspetti critici: alcune normative ambientali, come la Direttiva sulle acque reflue urbane (UWWTD) o la stretta sui PFAS, rischiano di limitare la produzione e l’accesso a farmaci essenziali. Serve equilibrio tra transizione verde e competitività: le aziende sono pronte a fare la loro parte, ma le politiche devono essere costruite insieme all’industria, altrimenti rischiamo di generare più ostacoli che benefici. Le imprese del farmaco, e in particolare quelle che rappresentiamo come Egualia, credono nella sostenibilità come leva di crescita e innovazione, ma servono regole stabili e condivise. Solo così l’ESG sarà davvero un motore di sviluppo, non un peso burocratico.”

Dall’analisi del Vice Ministro delle imprese e del made in Italy, Valentino Valentini, emerge come il comparto dei farmaci fuori brevetto rappresenti un asset strategico per l’Italia, con 102 imprese attive e un impatto economico superiore a 8 miliardi di euro. Tra il 2016 e il 2024, l’utilizzo di questi farmaci ha permesso un risparmio di 7,4 miliardi per il SSN. Tuttavia, il settore è sotto pressione: aumento dei costi, oneri regolatori e margini ridotti rischiano di provocare carenze di medicinali essenziali.

Valentini ha sottolineato che in questo contesto la sostenibilità diventa una leva decisiva: integrare i criteri ESG rafforza le imprese e le rende più attrattive per gli investitori internazionali. Attrarre capitali significa rafforzare la capacità produttiva, innovare i processi, garantire continuità delle forniture e stabilità a una filiera strategica per la salute dei cittadini e per lo sviluppo del Paese.

Infine, il Vice Ministro ha ricordato come sul piano regolatorio europeo la transizione ambientale vada conciliata con la tenuta del tessuto produttivo e la disponibilità dei farmaci essenziali. In sede UE, l’Italia sosterrà un approccio pragmatico, con valutazioni d’impatto solide e tempi di attuazione realistici, affinché le norme non producano effetti distorsivi sulle forniture e sugli investimenti industriali nel farmaco, rendendo così l’ESG una pratica industriale a favore della crescita e a beneficio dei pazienti e del Paese.

 

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