Il Decreto Economia è stato convertito in legge dalla Camera nella mattinata di mercoledì 6 agosto. Tra le misure introdotte, in materia di sanità, c’è la riduzione del payback sui dispostivi medici al 25%.
“L’approvazione del DL Economia e la riduzione dell’onere a carico delle imprese al 25% rappresentano il primo passo del percorso che affronta il tema del payback dispositivi medici, una norma da tutte le istituzioni riconosciuta come iniqua, che non può essere strutturale e che deve essere definitivamente superata per gli anni a seguire e per il futuro, come peraltro chiaramente indicato dalle sentenze della Corte Costituzionale”, commenta con soddisfazione Fabio Faltoni, presidente di Confindustria Dispositivi Medici, che tuttavia sottolinea come il provvedimento non preveda “misure di esenzione per le piccole e medie imprese”
“L’assenza di queste misure per le PMI – continua Faltoni nella nota diffusa da Confindustria Dispositivi Medici – e la contestuale richiesta di pagamento a 30 giorni, pongono le aziende in una situazione di sofferenza su cui è necessario un immediato intervento delle Regioni. Per tutelare le piccole, medie e grandi imprese, spina dorsale del SSN e dell’economia italiana, Confindustria Dispositivi Medici chiede a gran voce l’eliminazione definitiva della norma a partire dalla prossima Legge di Bilancio con interventi quali la revisione dei tetti di spesa per una loro progressiva attualizzazione e una nuova Governance dei dispositivi medici, che promuova l’innovazione e una maggiore programmazione, senza scaricare sui fornitori oneri insostenibili”
“La tenuta di migliaia di aziende che assicurano ogni giorno forniture e servizi essenziali al Servizio Sanitario Nazionale e ai cittadini – sottolinea Faltoni – deve continuare a rappresentare un impegno per il Governo e per le Regioni attraverso ulteriori azioni capaci di mitigare l’effetto del payback nel periodo 2015-18, nonché in sede di Tavolo Mef, del quale auspichiamo una tempestiva riconvocazione subito dopo la pausa estiva”.
Conclude il presidente di Confindustria DM:“ In tutte queste sedi e forti della condivisa consapevolezza degli effetti negativi generati in questi anni sul settore e sulla collettività, è fondamentale costruire le condizioni per una definitiva abrogazione della norma”.