2022, l’anno del rebranding per le biotech

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Nell’anno che sta per finire abbiamo assistito a importanti cambiamenti nei nomi, nei loghi e nel corporate branding di diverse big pharma e, parallelamente, anche una serie di biotech ha deciso di seguire questa strada.

Alla fine di settembre, per esempio, CytRx si è trasformata in LadRx: nuovo leader e nuovo focus clinico dopo una serie di insuccessi.

Il produttore di farmaci anti COVID-19 Adagio ha cambiato nome in Invivyd, una decisione anche questa presa in seguito a una serie di insuccessi nella pipeline e pensata per resettare il passato.

A fine ottobre la biotech belga Bone Therapeutics si è trasformata in BioSenic. Il nome è stato scelto dopo l’acquisto della maggioranza delle azioni della società da parte della biopharma francese Medsenic. L’accordo è stato concluso dopo che Bone Therapeutics è stata costretta a tagliare il suo personale e ad azzerare quasi la sua pipeline.

Contrariamente a quel che accade nel pharma, nel mondo delle biotech il rebranding può significare più di un’operazione di marketing: un vero e proprio reset per rilanciarsi in una nuova area clinica, con un nuovo look.

 

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